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martedì 20 novembre 2012

LE RELIQUIE. Retaggio anacronistico del passato o validi supporti per la nostra fede?



scena da "La dolce vita"

 di Paolo Giordano

La scena iniziale de “La dolce Vita” di Fellini, in cui una statua del Redentore sorvola Roma in elicottero, sembra voler anticipare il passaggio di reliquie di Santi avutosi nel Molise in questi ultimi mesi.
Tale fenomeno sarà la risposta ad una crescente esigenza di spiritualità?
O un tour propagandistico per richiamare l’attenzione, in un Sud da sempre recettivo a questi temi che potrebbero sembrare anacronistici? Ognuno risponderà in base alle più profonde convinzioni personali.
Il termine reliquia indica, principalmente, le spoglie mortali o una parte di esse, appartenute ad una persona venerata come santo o semplicemente famosa. Se ne può, quindi, parlare anche in ambito laico, come nei casi di conservazione di ciocche di capelli o di calchi di parte del corpo di personaggi illustri. La dottrina della chiesa è ferma nel dichiarare che non si è dinnanzi ad atti assimilabili a pratiche magiche o superstizioni. Questi avrebbero efficacia di per se stessi, mentre le reliquie sono solo una testimonianza che rimanda a persone “che in vita si sono distinte per l’esercizio delle virtù cristiane in forma eroica o hanno dato la vita a causa della fede”.
Reliquiario in
Santa Maria della Croce
a Campobasso
I Santi non sono altre divinità, bensì “alleati” che intercedono nella richiesta di una “Grazia”, che viene comunque (caso mai) concessa esclusivamente da Dio. L’approccio sbagliato di troppi fedeli rende comprensibili i casi in cui, all’interno della comunità cristiana, si è tentato di annullare del tutto la devozione verso le reliquie. Esempio eclatante, ancora attualissimo, è la novella di Frate Cipolla in cui “promette a certi contadini di mostrar loro la penna dell'agnolo Gabriello; in luogo della quale trovando carboni, quegli dice esser di quegli che arrostirono san Lorenzo”.(Boccaccio, Decameron, giornata VI, novella X). Non c’è stata, però, una flessione nell’affezione a tale culto e del resto, nei secoli, per conservare i resti mortali dei Santi si sono realizzati reliquiari, altari, cappelle ed, addirittura, chiese: San Pietro e San Paolo –in Roma- sorsero sulle tombe degli Apostoli.
Il transito in Molise “di alcuni santi” permette anche di approfondirne la storia e di comprenderne la vita.
Nella formazione ed istruzione dei Cristiani, particolarmente in un’epoca di secolarizzazione e di progresso tecnologico (grazie al quale si accede facilmente alle più svariate forma di conoscenza), è importante confrontarsi con queste figure di testimoni della Fede, riscoprendone l’esempio e studiandone le opere. Il catechismo della Chiesa Cattolica rispetta e tutela le forme di pietà e religiosità popolare (art. 1674-1675). Tali pratiche, pur se non basilari per la fede cristiana, sono rispettabilissime nella misura in cui concorrono al miglioramento dell’essere umano. I non credenti ed i modernisti ritengono che queste manifestazioni siano l’inizio della fine dell’istituzione ecclesiastica. Una “fine” “iniziata” troppi secoli fa per essere realmente “finale”!
E’ necessario, comunque, che si curi la formazione trasmettendo i giusti insegnamenti, affinché si possano evitare episodi come quello che si narra accaduto in una chiesa napoletana.
La leggenda racconta di un fedele che, non ricevendo la grazia richiesta a San Gennaro, capovolgendo completamente i termini del discorso, si rivolse alla statua del Cristo dicendo: “Gesù! Ditecelo voi a san Gennaro che mi facesse la grazia!”




reliquiario in Santa Maria della Croce
 a Campobasso

1 commento:

  1. Signor Paolo ha saputo o scoperto qualcosa sull'orfanotrofio de capoa e sullo stato in cui versa e che fine hanno fatto i mobili della contessa e tutto il resto riguardante la sovrintendenza?

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