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lunedì 2 luglio 2012

Ferdinando II di Borbone ed il senatore Luigi Di Bartolomeo, sindaco di Campobasso: similitudini, comunanze, differenze.... e speranze per il futuro.

il Quotidiano del Molise
del 25/02/2012


di Paolo Giordano

sen. Luigi Di Bartolomeo
Sindaco di Campobasso
“Non sono Schettino, non abbandono la nave io!”
Frase, divenuta celebre, pronunciata con la consueta veemenza dal nostro Primo Cittadino in un momento drammatico (non il solo purtroppo) dell’Amministrazione da lui presieduta. Non attraversa certo un momento felice il Sindaco, e nemmeno la nave da lui governata solca mari tranquilli. Se non dovesse riuscire a frenare l’ammutinamento in corso, non riuscendo a    guadagnare la rotta, saprà affondare al grido di “tutto è perduto fuorché l’onore” facendosi sommergere dai flutti. Ma di lui dovremo conservare ugualmente un buon ricordo. In fondo siamo stati noi a consegnargli (in un  modo o nell'altro) quel “giocattolo” che tanto desiderava per coronare un’intensa carriera politica.
E adesso di che ci lamentiamo? La colpa è anche la nostra!
Ma riflettiamo ancora… e d’altro!
S.A.R. Ferdinando II
“Ferdinado II di Borbone si prestava facilmente alle critiche per il suo comportamento. Di carattere impetuoso ed autoritario, amava esprimersi in dialetto usando un linguaggio greve. Dava del tu a tutti e sapeva farsi amare dal popolo con comportamenti plateali graditi ai suoi sudditi.” Così scrive Arrigo Petacco sull’amato sovrano del regno di Napoli non risparmiandogli critiche per le battute scurrili, per la mancanza di eleganza nei modi e per la propensione a scherzi sgarbati e pesanti: una volta sfilò la sedia alla regina Maria Cristina di Savoia (oggi venerata quale Santa), facendola cadere in terra tra le risate dei presenti. Benedetto Croce definì i suoi (non senza ironia) “veri atti da re”. Come ad esempio il togliersi il sigaro di bocca per darlo al primo “lazzarone” che incontrava. Eppure lo studioso Ferdinando Acton ne esalta le qualità parlandone come “un pater familias partenopeo, cosciente del suo potere e della sua virilità, che non si limitò a occupare il trono, ma lo riempì fino alla massima capienza”. Chi se la sente di negare che il sindaco di Campobasso potrebbe ispirarsi, nel suo populismo, a Sua Maestà? Ad entrambi non suscitano simpatia “gli intellettuali”. Se uno sembra inviti “i suoi” a non leggere i giornali, l’altro definiva “pennaruli” gli uomini di cultura. Anche il rapporto con l’alto clero li accomuna. Mentre il Primo cittadino e l’Arcivescovo hanno avuto “alcune diversità di vedute”, alle prime sconvolgenti riforme liberali di Pio IX, il sovrano duosiciliano commentò “stu prevetarello sta guastanne tutt’e cose!” Infine non ci si può esimere dal raccontare un episodio campobassano. Venuto in Molise, dopo aver visitato la Cattedrale del Capoluogo realizzata dal Musenga con attenti criteri antisismici, il monarca (forse a ragione) commentò: “Agg vist’ ‘a chiesa. Mi piace! Avet’ fatt’ nu bell’ scatolone pe’ i ccavalli!”. Arrigo Petacco, però, presenta anche un “rovescio della medaglia”. “Ferdinando II, che pur non esitò, quando lo ritenne opportuno, ad adoperare bruschi metodi repressivi, si impegnò per modernizzare il suo Paese anche sviluppando la produzione industriale”. Durante il suo regno furono inaugurati, per la prima volta nella penisola, il primo piroscafo a vapore, la prima ferrovia, il primo ponte sospeso in ferro, la prima forma di raccolta differenziata dei rifiuti, la prima illuminazione a gas e Napoli ebbe il primato nello sviluppo edilizio. Ripulì la Corte dai ministri e dai faccendieri più corrotti. Ridusse drasticamente il suo appannaggio e dimezzò o eliminò tutte le rendite elargite in precedenza ai cortigiani. Abolì tantissime feste di Palazzo devolvendone i fondi ad opere di pietà.
Il parallelismo fino ad ora riscontrato, anche alle luce delle ultime analisi e dichiarazioni del Senatore (parliamo degli inizi del 2012 n.d.r.), lascerebbe ben sperare per il futuro.
Anche per il Capoluogo regionale, insomma, si starebbe concretizzando quel “rovescio della medaglia” fatto di progresso, sviluppo e ricchezza.

I Campobassani attendono!



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