Pensieri



Questo sito utilizza cookie di Google per erogare i propri servizi e per analizzare il traffico. Il tuo indirizzo IP e il tuo agente utente sono condivisi con Google, unitamente alle metriche sulle prestazioni e sulla sicurezza, per garantire la qualità del servizio, generare statistiche di utilizzo e rilevare e contrastare eventuali abusi.

venerdì 15 luglio 2011

Amedeo Trivisonno, quadro di ignota ubicazione (forse distrutto) sulla traslazione dei caduti nel Sacrario del Castello Monforte di Campobasso.


di Paolo Giordano

La notizia del “Trivisonno incompiuto” non la lasciato indifferenti i lettori, in molti hanno contattato la Redazione de “il Quotidiano”. Tra le varie osservazioni merita immediatamente spazio la segnalazione dell’esistenza di un’opera intitolata “Ascensione”.
E’ nuovamente affrontato il tema della traslazione dei caduti nel Sacrario.
L’aveva già resa pubblica l’instancabile Nicola Felice, studioso e certosino ricercatore, inserendola in un suo libro del 2008: Il Sacrario Militare nel Castello Monforte di Campobasso.
La scena è praticamente la stessa “dell’incompiuto”, ad eccezione fatta di alcuni particolari.

Foto Studio Chiodini 
 dal libro di Nicola Felice
"Il Sacrario Militare nel Castello Monforte di Campobasso"

Il corteo funebre “avanza” conquistando sempre più il primo piano. I soldati ed i militi della 133a legione, che trasportano in spalla le bare, non sono più anonimi portatori. Alcuni di essi hanno il volto meditabondo girato a destra e gli occhi rivolti in basso. La loro postura guida lo sguardo dello spettatore verso le ieratiche figure dei familiari e delle autorità..
Da queste ultime traspare commozione e profonda riflessione, non solo sull’evento, ma su tutto quel che rappresenta e significa. L’unico movimento è rappresentato dal braccio teso di una “piccola italiana” che saluta romanamente. Non mancano il Gonfalone Cittadino ed i labari. Tra la ben visibile Chiesa, che si contrappone nettamente alla mole del castello, ed il maniero stesso esplode prorompente una luce di gloria e di risurrezione.
Mentre per il “non finito” si dispone di un’immagine a colori, che –per quanto cattiva- permette di intuire l’idea cromatica pensata dall’autore, per l’altro dipinto si dispone, purtroppo, solo di una fotografia in bianco e nero.
Ed ancora sovrabbondano le domande! I personaggi raffigurati sono di fantasia o molto più probabilmente il Trivisonno ha ritratto alcuni protagonisti? Si è di fronte a due opere distinte o l’una è lo studio preparatorio dell’altra? Chi erano i committenti e soprattutto dove sono finiti i due quadri?
Non è da escludere che l’episodio abbia particolarmente affascinato l’artista tanto da indurlo ad affrontarlo ancora modificando, però, ambientazione e prospettiva. Questa curiosità potrà essere appagata solo da testimonianze dei lettori.
Tutti i molisani potrebbero partecipare direttamente ad una ricerca collettiva, che permetterebbe di integrare la biografia ufficiale del pittore campobassano.
Unendo ricordi, aneddoti e piccole storie familiari si raccoglierebbero interessanti elementi per approfondire lo studio e la conoscenza di questo maestro del XX secolo, al quale la sua Terra non ha ancora tributato la giusta considerazione.
Nello specifico si procederebbe ad un prezioso lavoro per raccogliere informazioni legate sia alle due “Ascensioni” e sia agli avvenimenti di quel 16 maggio 1937, in cui “ogni salma era illuminata da torce a vento, sollevate in alto dai reduci della grande guerra, quasi faci di gloria che illuminano l’ultimo viaggio degli eroi per le vie della città natia, fino al Sacrario”.

Nessun commento:

Posta un commento