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lunedì 18 giugno 2012

L'ardire e la passione di due collezionisti rende la città di Campobasso ricca d'arte. Un'accurata selezione di opere delle collezioni Praitano ed Eliseo esposta in Palazzo Pistilli


Il Quotidiano del Molise
del  17/06/2012

di Paolo Giordano


La sera del 7 giugno 2012, nella suggestiva ambientazione della storica piazzetta Iapoce, complice una gradevole serata di inizio estate, si è inaugurato il ciclo di conferenze a corredo della mostra “I Colori delle Emozioni”, ospitata in Palazzo Pistilli a Campobasso. Dopo i saluti del direttore regionale per i Beni Culturali Gino Famiglietti, del presidente della Provincia Rosario de Matteis e del Soprintendente Daniele Ferrara, protagonista è stato Michele Praitano, dentista di professione, storico, artista e collezionista per vocazione. Il dott Michele ha piacevolmente narrato della “Nascita di una collezione” ripercorrendo i circa 50 anni in cui ha raccolto i capolavori, oggi donati alla collettività, viaggiando per l’Italia, incontrando antiquari da cui acquistare ed artisti a cui commissionare. Tante le storie! Dalle scoperte di firme importanti sotto vecchie cornici all’autoritratto pagato con una dentiera. Dall’emozione provata nel toccare, nel caveau di una banca a Torino, l’autoritratto di Leonardo da Vinci all’aver nascosto, arrotolandole in un giornale, due “scene di battaglia” del XVIII, per celare all’adorata moglie un suo ennesimo “folle” acquisto. Epici gli incontri con Gigino e Lorenzo, i due fornitori “a domicilio” di opere, come la “Suonatrice di chitarra” di Gaetano Esposito, pagato negli anni ’70 un decimo del suo valore e che riporta alla memoria il brutto incidente stradale del 1972. Oltremodo ilare l’arresto di Silvestro Pistolesi, allievo di Annigoni, prelevato dalla polizia di Campobasso poiché si aggirava con mantello e cappellaccio in città. Il Praitano, che l’aveva invitato in Molise, dovette scagionarlo. Decine gli incontri! Tredicenne rimase seduto per ore nella campagna di Castelbottaccio, accanto ad Arnaldo De Lisio, che dipingeva con il cavalletto en plein air. 
"La strega" di Annigoni
Anni dopo vide “La Strega” su di una rivista, ed allora volle conoscere Annigoni, che incontrò a Firenze. Fu, poi, un’esposizione sui generis, nel pastificio Guacci di Campobasso, a spingerlo sulle tracce di Clemente Tafuri. Il maestro doveva essere a Salerno, dove Praitano si era recato con lo zio Ottavio Eliseo. Tafuri, invece, viveva da tempo a Genova. Giunti dunque in Liguria dovettero attendere il tramonto poiché, su una mattonella di Vietri, all’ingresso della villa era scritto “Al visitatore… sei benvenuto al calar del sole”. Qui, trattando con la di lui moglie napoletana, ben lieta dell’incontro con dei conterranei, riuscì a comprare un autoritratto del coniuge a lei dedicato: “Ad Anna la sceicca, dallo sceicco Clemente”. Un altro “colpaccio” fu l’acquisizione del ritratto di Paolo Diodati, di Giacomo Grosso. Lo ottenne, con un piccolo “misfatto”, dalla vedova di Tito Diodati (figlio di Paolo) esperto d’arte, primo storico fornitore napoletano del Nostro, “millantando” una trattativa in corso.
autoritratto di
Clemente Tafuri
Iniziatore, compagno e mentore fu da sempre Giuseppe Ottavio Eliseo, altro grande collezionista, la cui raccolta è di proprietà della Provincia. Egli guidò il nipote Michelino lungo la via del collezionismo borghese. A sua volta era stato affascinato ed ispirato da Giuseppe Barone, fondatore del Museo di Baranello. Tutte personalità animate dallo spirito degli Umanisti, che nel Rinascimento donarono i loro beni alla collettività, trasmettendo, con alto senso civico, amore per la cultura e passione per l’arte. E proprio nel rispetto del collezionismo borghese Palazzo Pistilli verrà con il tempo arricchito da mobilio d’epoca che doni anima all’ambiente, rendendolo ancor più vicino a quello delle case ottocentesche campobassane. L’obiettivo principale è la conoscenza del nostro passato attraverso un percorso che dal barocco arriva ai nostri giorni. Solo così, recuperando la nostra identità e la coscienza della ricchezza culturale, storica ed artistica del territorio, sarà possibile costruire il Futuro. “I Colori delle Emozioni” è un “corso di storia dell’arte” che permetterà di “uscire al mondo” con idee chiare su cultura e movimenti artistici. Poi, se questa mostra concorrerà anche ad uno sviluppo turistico… ben venga. Il Molise non teme confronti, disponendo di risorse ed attrazioni… dal paleolitico all’arte contemporanea.


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