Il Quotidiano del Molise del 30 maggio 2016 |
di Paolo
Giordano
Nella “Stanza di
Padre Pio”, annessa alla Chiesa di Santa Maria del Monte a Campobasso, è
esposto un olio su tela opera di Amedeo Trivisonno. Il quadro del 1972, San Pio
era morto da soli 4 anni, testimonia la presenza del Frate a Campobasso nel
1905. Come scrive Corrado Carano, nel suo libro “Sognando il Rinascimento”, si
tratterebbe di un episodio inedito della vita del Santo: in questo Santuario
mariano la Vergine, apparsa a padre Pio, lo avrebbe invitato a seguire Gesù sulla
via del Calvario.
Ma autentico
profondo conoscitore dell’argomento è Alberindo Grimani, esperto d’arte, autore
di importanti libri e, soprattutto, poliedrico studioso in svariati campi. Tra
i suoi interessi di ricerca vi è -appunto- Francesco Forgione da Pietrelcina,
per cui proprio al Grimani, autore di un dettagliato articolo dal titolo “il segreto di Padre Pio” (pubblicato on line da “Pagine 70” poco più di 10 anni
orsono) poniamo alcune domande per provare a scoprire “cosa nasconde” il
capolavoro di Trivisonno.
Grimani, Trivisonno, Paglione (1986) |
Come
nasce il quadro conservato a Campobasso?
Padre Pellegrino
da Sant’Elia a Pianisi era a conoscenza del segreto di Padre Pio, cioè quale
“missione” a Lui era stata affidata.
I Santi non
vengono per caso!
Qual
è il mistero che l’opera contiene? Può parlarcene?
La missione di
Padre Pio era “unica ed irripetibile”. Consideri che nel 1905 quando ne venne a
conoscenza, a Padre Pio venne solo indicata l’oggetto ma non il contenuto che
conoscerà soltanto nel 1913.
Perché
si sarebbe scelto di non svelare il “segreto”?
Era terribile ed
il Sant’Uffizio nel 1922 per volontà di Pio XI lo fece secretare.
Secondo
lei perché le autorità locali, ecclesiastiche ed amministrative, non hanno mai
“pubblicizzato”, pur se con differenti obiettivi, questa appassionante e
spiritualmente importantissima vicenda?
Non saprei
rispondere. Comprendo il riserbo delle autorità religiose ma non quello degli
amministratori locali. Tempo fa avevo proposto un progetto per valorizzare le
località del Molise ove Padre Pio aveva vissuto anche per poco tempo: Sant’Elia
a Pianisi, Campobasso, Casacalenda, Venafro, Larino, etc. ma gli amministratori
ed i politici nostrani hanno rifiutato.
Nelle
sue “Memorie” Trivisonno racconta, in rima, l’evento e descrive il dipinto nei
suoi particolari. Precedentemente, comunque, si era confidato a riguardo con
l’allievo Paglione…
Giusto, ma
l’Artista nelle “Memorie” non dice più dell’essenziale. Trivisonno aveva
confidato a Paglione l’incarico ricevuto da Padre Pellegrino ma non il segreto
che neppure lui conosceva. Il dipinto è criptico e si basa sulle indicazioni
suggerite da Padre Pellegrino. Trivisonno era riluttante ad accettare
l’incarico ma Padre Pellegrino lo convinse con la famosa frase: “Sarai il pittore di Padre Pio!”.
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E'
oramai prossima l'uscita un suo libro sull'argomento. Nell'attesa non ci
regalerebbe una piccola anticipazione?
“L’Enigma di
Campobasso” è il libro che spero di far pubblicare entro il prossimo settembre.
Chi lo leggerà avendo davanti agli occhi il dipinto di Trivisonno scoprirà che
in quell’opera c’è il segreto di Padre Pio. Quello che Padre Pellegrino ha
voluto far conoscere è un evento eccezionale che forse mai sarebbe venuto alla
luce.
Senza rompere
l’obbligo della “Obbedienza”, imposto a tutti i frati Cappuccini che ne erano
venuti a conoscenza, di non svelare il segreto, ha dato a Trivisonno le
indicazioni utili a scoprirlo.
In quell’opera
ai Monti di Campobasso c’è quello che ho chiamato “un evento eccezionale”: la
missione di Padre Pio ed il Terzo segreto di Fatima hanno l’identico messaggio!