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lunedì 28 agosto 2017

Madame Aline Aubin Battistelli e l'istruzione femminile a Campobasso tra otto e novecento

del 9 marzo 2017

di Paolo Giordano


Aline Aubin
(foto Trombetta)
 "La carrozza che li porta in Molise il 17 giugno del 1845 ha percorso parecchie miglia. Hanno già passato la prima notte in Terra di Lavoro, a Venafro. Si sono poi rimessi in viaggio alle sei del mattino, ritrovandosi nel Contado di Molise meno di un'ora dopo, quando dal ponte di Monteroduni comincia uno stradone di antichi pioppi."
Così narra Barbara Bertolini, ne "il Tempo Sospeso, donne nella storia del Molise" (Frattolillo - Bertolini, Filopoli, 2007), l'inizio dell'avventura molisana di madame Aline Aubin e del marito Eugenio Battistelli: un lungo indissolubile legame che si concluderà 45 anni dopo, quando "il 1° gennaio 1890 alle ore 7 p.m. nell'età di 65 anni, confortata dai sacramenti religiosi, rendeva l'eletta anima a Dio Aline Aubin vedova Battistelli, esimia educatrice, dotata d'animo nobile e ricca d'ogni più bella e rara virtù" (L'Istrice, 30/01/1890).
Aline, nata il 24 marzo 1825 a Poitiers da Jacques Aubin e Rose de Vidal, lasciò a soli 5 anni la Francia per seguire il padre, più che probabilmente un realista costretto all'esilio dopo l'abdicazione di Carlo X.
Eugenio Battistelli
(foto Trombetta)
In Italia sposò Eugenio Battistelli, un istitutore nativo di Città di Castello (PG). I coniugi Aubin-Battistelli arrivarono nel 1845 nella provincia di Molise per dare finalmente seguito alle, fino ad allora disattese, norme in materia di educazione pubblica femminile, emanate dai napoleonidi sin dal 1807.
A Campobasso, nel 1845, fu quindi inaugurato un Istituto Femminile che, nel corso degli anni, andò sempre più ampliandosi, fino a doversi trasferire dalla sua sede storica, in Palazzo De Luca nel borgo antico, in quella nuova di palazzo Mastrogiovanni, che fino alla metà del 1900 sorgeva accanto al Convitto Speranza, nell'attuale Viale Elena.
"Madama Battistelli (così la chiamavano tutti con molta deferenza) aveva una singolare valentia nell'arte molteplice del ricamo, e specialmente di quello a rilievo. Il suo quadro a rilievo a grandezza naturale rappresentante il Ratto di Rebecca fu premiato con medaglia di prima classe nell'esposizione Nazionale di Torino del 1878" (Giambattista Masciotta).
Il Ratto di Rebecca
 La rivoluzione sociale provocata dall'entusiasmo dei due educatori fu epocale, ma non si può trascurare il sostegno loro offerto da intellettuali ed amministratori. La prima prova pubblica delle allieve di madame Aubin risale al 12 settembre 1846 quando, in palazzo Marino, fanciulle dai 5 ai 9 vennero esaminate (riscuotendo piena ammirazione) da personalità della cultura locale quali lo scienziato Antonio Nobile, il canonico Alfonso Filipponi ed il letterato Alessandro Ionata.
Fino ad allora l'educazione pubblica femminile era stata praticamente inesistente. Solo nelle famiglie più abbienti si impartivano, a carattere individuale e domestico, pochi elementi d'informazione basilare. Con l'istituzione dell'educandato, che poi diverrà scuola Normale Femminile, si inaugurò a Campobasso un fecondo percorso di formazione ed emancipazione. Le cronache del tempo rivolsero costantemente attenzione ai progressi delle "fanciulle campobassane e molisane", evidenziando la qualità del corpo docenti e quella dei programmi. L'attività dell'Aubin si collocò nel periodo storico-sociale, a cavallo dell'Unità d'Italia, in cui si attuò il passaggio da un modello educativo basato prevalentemente sull'insegnamento dei lavori domestici a quello il cui obiettivo era esclusivamente l'apprendimento del Sapere, così come i tempi moderni richiedevano.
Palazzo Mastrogiovanni
(foto Trombetta)
"Madama Battistelli", sempre aggiornata sui nuovi metodi di insegnamento, seppe ben traghettare le giovani molisane verso il Nuovo, svolgendo il suo compito prima nel Regno delle due Sicilie e poi in quello dell'Italia Unita. Fu nel primo che prese vita il desiderio della costituzione di una Scuola pubblica per maestre, con annesso Convitto per le non residenti (se ne iniziò a discutere in Consiglio Provinciale nel 1852), ma solo nel regno Sabaudo il sogno divenne realtà: nel 1862 si spalancarono i battenti di una scuola preparatoria per allieve maestre. Correva l'anno 1864 quando, finalmente, Campobasso ebbe la sua Scuola Magistrale di cui l'Aubin fu fondatrice direttrice.
Logica avrebbe voluto che a lei fosse intitolato almeno l'Istituto Magistrale del Capoluogo, ma sono state ben altre le scelte e su esse non sta a noi dissertare.
Il valore dell'operato di Madame Aline Aubin Battistelli, nella nostra storia e nella nostra società, sono egregiamente riassunto nelle parole di Ada Trombetta: "a questa donna, non  molisana, non italiana, ma per adozione autentica campobassana e molisana, dobbiamo la massima riconoscenza per l'opera svolta ininterrottamente e con vivo entusiasmo a favore della promozione culturale del Molise e per avere aperto a noi donne le porte dell'emancipazione".
la sepoltura dei coniugi Battistelli-Aubin
nel cimitero di Campobasso




giovedì 27 aprile 2017

"Teco Vorrei Signore": il Venerdì Santo di Campobasso in una regia audiovisiva di Anna Di Paola




IL PATHOS ISPIRA IMMAGINI E VIDEO

Il Venerdì Santo di Campobasso
 in una regia Audiovisiva di Anna Di Paola

Il Quotidiano del Molise
del 15 aprile 2017
di Paolo Giordano

Nell'ampio e dettagliato repertorio audiovisivo relativo alla Processione del Venerdì Santo in Campobasso, si inserisce egregiamente l'ultimo lavoro realizzato in ordine di tempo su "il Teco Vorrei Signore".
Il coro della Processione aprile 2017
Ne è autrice la campobassana Anna Di Paola, studentessa in Roma del corso di Laurea in Fotografia presso il RUFA (Rome University of Fine Arts". La giovane Anna, classe 1996, è tutt'altro che estranea al mondo della foto-cinematografia, avendo partecipato ad esposizioni, mostre e concorsi, risultando tra i finalisti del RUFA Contest 2016 con il cortometraggio "Un caffè in convento".
"Teco vorrei Signore - Il Venerdì Santo a Campobasso" nasce come una "semplice prova d'esame" per rivelarsi poi "un documento di straordinaria freschezza che ci fa entrare nella storia della Passione. La musica, la strada, i volti e le emozioni raccontate con rara semplicità e leggerezza" (Alessandro Carpentieri).
Sono stati proprio i docenti di Anna, tra cui appunto il prof. Carpentieri, ad invogliarla affinché realizzasse un DVD con cui diffondere il suo lavoro, ritenendolo un'importante testimonianza della Cultura cittadina..
Effettivamente, in poco meno di 20 minuti, la Di Paola è riuscita sintetizzare, con essenzialità e dovizia di informazioni, storia, tradizioni, usi e costumi legati all'importante appuntamento del Venerdì Santo campobassano. Con l'entusiasmo e l'innovazione, che deve contraddistinguere la ricerca e la sperimentazione di ogni artista, semplicemente modificando le tradizionali prospettive di ripresa "cinematografica", la regista ha analizzato, con opportuno discreto scandaglio, sia gli aspetti sociali che quelli religiosi costituenti l'anima dell'evento stesso. La manifestazione viene  "indagata" attraverso interviste non convenzionali a diretti protagonisti, ognuno dei quali incarna e rappresenta uno dei tanti aspetti del "Teco Vorrei": dal maestro Antonio Colasurdo, con il figlio Alessio, a Gastone Di Soccio ed a Donato Barone; da don Michele Tartaglia e don Pasquale D'Elia a suor Annalisa Decataldo ed alla giovanissima Federica Laudati.

Mossa da profondo amore per la sua Terra, e nel pieno rispetto delle tradizioni, Anna Di Paola, con questo suo DVD, non ha avuto certo alcuna pretesa di realizzare una "Summa", anzi esso è di certo uno strumento propedeutico per sviluppare curiosità e desiderio di conoscenza: "una vera Tradizione non è la testimonianza di un passato concluso, ma una forza viva che anima e informa di sé il presente" (Stravinskij)


Anna Di Paola
con il sindaco di Campobasso
Antonio Battista
cosi la stampa regionale e nazionale.....