Marianna de Capoa nacque il 14/12/1817 da Raffaella Salottolo e Carlo de Capoa.
Sposò il ricchissimo Luigi Varo di Troia da cui ebbe 2 figli, Michele e Carlo, premorti ai genitori.
Rimasta sola, e senza eredi, si spense il 30 aprile 1875.
Nello stesso anno aveva fondato l’Orfanotrofio (la struttura è in via Mazzini n° 6) a cui fu destinato “non solo la detta casa” ma anche “il casino con Villa e terreno annessovi”. La nobildonna per meglio consentirne la manutenzione scriveva “voglio che il territorio attiguo alla Villa unitamente alla casa colonica di abitazione sia dato ad un colono, (che) si obblighi di tenere cura della Villa”.
Fu così che il meraviglioso giardino all’italiana divenne un tesoro inestimabile per tutti i campobassani.
La florida vegetazione, la varietà di essenze (alcune rare), i labirinti barocchi dei viali e gli elementi di arredo quali statue, un sarcofago rinascimentale e fontane (che andrebbero riattivate) arricchiscono il polmone verde del capoluogo.
Caratteristica è l'ironica lapide su cui è inciso “qui giace Alcon, tributo a lui di pianto niun sparso avrìa a questa tomba accanto, ei lo previde, e nei funebri onori, il pianto assicurò dei creditori”. Epitaffio dedicato ad un cane che, derubando un macellaio, si garantì almeno il cordoglio di costui.
I nonni ebbero modo di visitare un minigiardino zoologico con un aquila ed un lupo e dalla proprietà de Capoa proveniva il busto che per decenni abbellì la vasca nella villa dei Cannoni.
una foto del 1957 quando dalla fontana ancora sgorgava acqua |
La Villa Comunale è stata, e dovrebbe tornare ad essere, luogo di incontri, di riposo, di meditazione, ma anche di amori e di rifugio per gli studenti che marinano la scuola.
E’ bene ricordare che uno degli ultimi studi scientifici, pubblicato su “Evironmental Science & Technology”, evidenzia come appena 5 minuti di minima attività fisica all’aperto migliorino umore e benessere. Ma anche una semplice passeggiata nella natura consente di ottenere effetti benefici sulla salute mentale.
Il buon senso e l’intuito, di chi praticava sport sano e disinteressato una quarantina di anni or sono, era anticipatamente giunto alla stessa conclusione.
Infatti, le gloriose squadre di calcio di città quali Roma e Napoli, in ritiro a Campobasso, utilizzavano i sentieri alberati per la preparazione tecnica, “ossigenandosi” all’ombra delle secolari piante.
Tutto ciò lo ignorava l’ultima de Capoa, che fu solo animata da generosità ed altruismo, sentimenti oggi molto meno di “moda”.
Nel pieno rispetto delle volontà testamentarie, gli attuali proprietari, cioè amministratori e cittadini, dovrebbero cercare di curare e “vivere” il Parco, sia per il bene della collettività e sia per dimostrarsi degnamente eredi della contessa Marianna.
Campobasso non e' piu degna di tanta storia.I campobassani sono incivili e maleducati e trattano il patrimonio della mia famiglia De Capoa con leggerezza e volgarita'.
RispondiEliminaLuigi dei conti De Capoa
Forse è così.... ma io vorrei intravedere ancora un lumicino di speranza... credere che un miracolo possa ancora compiersi!
RispondiEliminaPaolo
tutto ciò detto sulla villa de capoa e sull'Orfanotrofio non è affatto vero prima di parlare bisogna documentarsi da chi sa realmente le cose. L'orfanotrofio non è stato donato mai al Comune nè la villa
EliminaQuanto scritto è stato desunto da testi d'altri, che hanno scritto sulla storia di Campobasso: padre Eduardo Di Iorio in primis.
EliminaL’articolo ha l'intento di rendere merito ad una persona nobile e generosa.
Se quel che "anonimo" (il quale sembra "sappia realmente le cose") scrive è documentato o documentabile ben venga!
Allora ce ne parli.
Il tono apparentemente polemico sembrerebbe rivolto all'autore dell'articolo... E sinceramente polemizzare con me non serve assolutamente a nulla.
Polemizzare poi... su che e di che.
"Anonimo" sbaglia modo per esternare le verità di cui è depositario. Lo faccia in linea coerente con internet: tribuna aperta e democratica!
Lo faccia spiegando e diffondendo la verità che gli altri purtroppo ignorano…..
quanto precedentemente affermato può essere convalidato effettuando delle lunghe e tortuose ricerche presso l'archivio di stato e presso l'archivio notarile di campobasso.Non metto in dubbio la bravura di padre eduardo di Iorio, ma forse per quanto riguarda il caso dell'Orfanotrofio de Capoa e della villa omonima,forse se è stato detto qualcosa è sempre perché accertato da documenti veritieri ed autentici.Ribadisco ancora che per quanto riguarda l'Orfanotrofio, vi è in essere una causa per il ritorno agli eredi, con perizia di un CTU e con relativa sentenza di accredito dello stesso.L'orfanotrofio de capoa,con il suo testamento e i suoi vari statuti è stato ed è allo studio di giudici, anche di cassazione.
RispondiEliminavorrei saperne di più, essendo, presumibilmente, tra questi eredi
EliminaQuel che so è quanto "Anonimo" ci ha scritto.
EliminaForse al Comune è possibile avere notizie, considerato che c'è una causa in corso.
O addiruttura al Tribunale....
tanto è vero ciò che su innanzi si attesta, che il comune di campobasso per più anni ha tenuto in locazione alcuni ambienti dell'orfanotrofio de capoa per il centro sociale per anziani,stipulando un regolare contratto di affitto e pagandone il canone,e certo un proprietario non può stipulare un contratto di locazione con sè stesso.
RispondiEliminaNel 1929 l'orfanotrofio si trovò in grave difficoltà ed il prefetto nominò un commissario che strana cosa era un dipendente comunale che pensò bene di rendere la villa un bene pubblico espropriandola per la somma di L.150.000 non versate all'ente. anche ora il comune ha mandato l'ente nel baratro per cercare di impossessarsi di questo con altri fini non previsti nel testamento allora la famiglia salottolo ha impugnato il testamento essendo loro gli eredi dell madre della contessa(raffaella salottolo) tanto è vero che il comune si è costituito contro di loro in appello. All'interno dell'orfanotrofio vi erano tanti quadri a grandezza naturale dei componenti della famiglia, vasi di valore incalcolabile, un quadro raffigurante il cane sepolto nella villa, un pavimento di maioliche primo ottocento napoletano come il chiostro di santa chiara a napoli, tutto catalogato dalla sovrintendenza ma tutto sparito e nessuno sa dove è finito.Mobili intarsiati con consolle porcellane e servizi con gli stemmi di famiglia...eccc.... tutto sparito nel nulla?
EliminaIl mitico "Alcon"....
EliminaInsomma urge muovere le acque!
I punti di partenza? Archivio di Stato e Soprintendenza... forse.
Tutto questo solo dal 1929 possibile che già si sia completamente persa (o insabbiata) la memoria storica?
Caro "anonimo" parrebbe che alcuni mobili siano nella "Casa di Riposo".
EliminaSe sia vero e perchè siano finiti lì è da capire.....
Chi ha fatto questa rimozione, perché e a che titolo da un ente come il de capoa ad uno che non ha niente a che fare con esso. Chi si è permesso di fare ciò se i mobili non sono di sua proprietà e perché la sovrintendenza tace dal momento che sono stati catalogati da lei con tanto di schede inventariate. La casa di riposo non ha certo potere sui mobili che non sono certo i suoi e che hanno un alto valore storico e culturale.Sarei curioso di sapere chi è stato l'autore che si è permesso di fare ciò ed a che titolo visto che in prima sentenza l'ente è stato aggiudicato ad Eugenio Salottolo ed i mobili se vogliamo dire tutto in particolare sono proprio proprietà di Raffaella Salottolo madre della contessa.
EliminaNon so se effetivamente si tratti degli stessi arredi, però bisogna appurare....
EliminaBisogna appurare se è stato vinto il ricorso in appello (ma non penso) comunque il comune sta abusando come ha offuscato la storia del de capoa di proposito per non far sapere i loro sporchi giochi.
RispondiEliminaLa casa di riposo è del comune ma il de capoa non lo è mai stato.
il comune sbaglia facendo credere a chi non conosce la vera storia tanto è vero che vi sono sentenze di cassazione che fanno testo nel diritto privato che asseriscono ciò ed in più lo stesso comune al tar ha dichiarato la natura privata dell'ente.
Solo Mons.dini ed il compianto don armando di fabio si sono battuti perché il de capoa continuasse l'opera con la presenza di suore ma purtroppo quando don armando ha dovuto lasciare il vicariato tutto è degenerato ed il comune ha avuto ancor di più campo libero. Mons. Bregantini pare non curarsene della situazione. Ricordo che imprescindibilmente nel testamento si fa riferimento all'opera delle suore che sono le sole ad operare nel de capoa senza intromissione di laici od altre figure. Però sembra che mons. bregantini non è interessato a ciò. Pare anche che le suore di san francesco di sales del convitto speranza andranno vi a dopo dieci anni su decisione del vescovo bregantini. Ciò è molto deludente e dispiace che dopo tanto tempo che don armando gestiva quella struttura si sia arrivati a questo. Sul de capoa anche la curia dovrebbe fare la sua parte e non permettere che lo scempio del comune abbia il sopravvento.
RispondiEliminaAccidenti!
RispondiEliminaUrge allora ricostruire la storia e renderla pubblica.
Ma da dove iniziare?
Dalla Soprintendenza sicuramente, almeno per indagare sul "catalogato".
Le varie sentenze sono consultabili? E dove?
L'Archivio di Stato cosa può offrire?
Ed infine chi del mondo ecclesiastico può essere di sostegno?
Don Armando non è più tra noi e degli altri (con tutto che sono credente e rispettso di santa madre chiesa) non è che mi fidi tanto...
Senz'altro i beni sono stati catalogati prima del 2000 perché allora furono pignorati per una causa di lavoro e poi spignorati e tornati nell'ente nel 2003. Dal 2004 non se ne sa più niente. La sentenza della cassazione fa testo nel diritto privato. Quelle seguenti bisogna riferirsi al comune di campobasso, ed al suo legale dal momento che è stato l'attore scatenante. Per quanto riguarda la Chiesa anch'io ora ho i miei dubbi.
RispondiEliminabisognerebbe anche scoprire come mons.bregantini è addentro alla questione del de capoa e quali sono i giochetti che attraverso i suoli collaboratori vuole attuare. Cose molto vergognose per una arcidiocesi che non è stata mai trattata così male come ora. Si rimpiangono i tempi passati e si spera che qualcosa cambi al più presto altrimenti tutti si allontaneranno dalle Chiese(Cosa mai accaduta a Campobasso ) tranne ora.
Eliminamumble... mumble.... e l'idea di contattare monsignor dini?
EliminaSi potrebbe fare.....
Ci provi! Magari si riuscisse a scoprire la verità. Perché tutto tace.
EliminaPerché non sensibilizza se ha modo di farlo anche l'opinione pubblica attraverso emittenti televisive e quotidiani locali che possano realmente sviscerare e far emergere tutte le situazioni strane che si celano dietro al de capoa. Vada comunque a documentarsi anche alla sovrintendenza e penso che qualcosa vi sia anche alla prefettura. Provi anche in curia se qualcuno le può dire qualcosa. Comunque mons. Dini seguì con attenzione il caso fino a quando ha lasciato la diocesi.
RispondiEliminaDal momento che all'interno del de capoa vi è un centro degli anziani comunale aperto il pomeriggio perché non prova ad entrare ed a visitare la struttura così si renderà conto con i suoi occhi come si trova attualmente il de capoa e sicuramente per opera del comune di campobasso che lo sta solo sfruttando risparmiandosi ulteriori suoi spazi, non pagando nemmeno più il fitto anni addietro prefissato. E' un vero caos, non si capisce chi ha autorizzato a tenere ancora aperto il centro sociale, dal momento che la struttura dovrebbe restare chiusa, se è vero che vi è una sentenza di primo grado che la aggiudica ai Salottolo.Come è pur certo che tutta la storia del de capoa è nell'archivio dello stesso o perlomeno così era. Ora?
EliminaGià... ottima idea!
EliminaTra l'altro vi frequentai le scuole elementari e mi farebbe piacere rivedere quei luoghi.
Di cui, in realtà, ricordo pochi dettagli se non quelli riguardanti la scuola.
Ad esempio non mi torna la "cessione" del locale sulla destra... mi sembra ci fossero degli ambienti a cui si accedeva da un porta sempre presidiata da un'anziana custode... Incoronata, se non sbaglio!
Quel locale fu affittato.Sia quello a destra che quello a sinistra. L'anziana custode o portinaia si chiamava Addolorata e non Incoronata.
EliminaAnche il servo di Dio Fra Immacolato Brienza è stato maltrattato a campobasso. Dal Vescovo che è ancora intenzionato a portarlo a Castelpetroso dopo tutta la petizione del popolo contraria a ciò, e non si capisce perché un Servo di Dio deve ancora stare nel Cimitero di Campobasso dove vi si può soltanto sostare esternamente la cappella Brienza e non nella chiesa a cui lui era molto affezionato quella di S.Maria della Croce a campobasso. Il vescovo per ripicca non permette il trasferimento del suo corpo in questa chiesa. Nelle altre diocesi un servo di Dio è sempre in una chiesa anche per essere visitato e pregato. Non si capisce perché qui le cose vanno sempre diversamente.Lei cosa pensa al riguardo?
EliminaCaro Anonimo,
Eliminainnanzi tutto voglio ringraziarLa poiché mi ha "stimolato" ad aggiornare il mio blog. Avrà inteso che la limitatezza di tempo mi porta a non curarlo come vorrei. Ho inserito tutto il materiale di cui disponevo in merito alla "querelle" avutasi su fra Immacolato nel luglio 2011. E non mi si dica che è "roba vecchia". Assolutamente non lo credo: è bene mantenere la memoria storica di quel che si è detto e sentito!
Alla sua domanda diretta non saprei dare un risposta precisa.... Sicuramente come campobassano lo vedrei in Santa Maria... una Santa Croce di Campobasso. Ma Firenze è Firenze..... Di sicuro, ritengo, se dovesse essere traslato dal cimitero di CB in altra sede, che quella sede penso sarebbe la Cattedrale. Non me ne voglia "se il mio parlare non è SI-SI o NO-NO". Innanzi tutto perché non ho un'idea precisa, ma soprattutto perché come "cronista" vorrei mantenermi equidistante. Ma se proprio devo.... penso che trattandosi di un Santo sarà il buon Dio a far "accorrere le folle"..... volendo. Per cui Campobasso andrebbe benissimo!!!
Penso sia opportuno, se ha voglia, spostare la conversazione sulle pagine di fra Immacolato. Che ne dice?
vada a leggere cortesemente il commento fatto su aldo brienza sotto l'articolo di don fabio di tommaso.Grazie
RispondiEliminalegga gentilmente il mio pensiero riferito a fra immacolato che le darà una delucidazione più precisa veda sotto l'articolo dell'otto agosto
RispondiEliminasignor paolo ha iniziato poi ad indagare su quello che le ho detto sull'orfanotrofio de capoa? Per quanto riguarda la villa è a conoscenza che all'interno vi è un cimitero dei monaci con tanto di sepolcri e resti di corpi ? Sarebbe bello se la sovrintendenza iniziasse gli scavi per scoprire il sottosuolo della villa e ciò che esso nasconde.
Eliminalegga anche gentilmente i miei pensieri su aldo brienza del 13 agosto sulla tutela dell'appartamento e la diffusione della sua tomba
EliminaPurtroppo in questi giorni di ferie non si trovano interlocutori.
EliminaConto di trovare qualcuno con cui parlare ed indagare a breve.
sembra che in una zona dell'istituto vi sia anche un tetto di amianto in grosso disfacimento, come si potrebbe vedere dai condomini vicini.
EliminaSignor Paolo mi scusi se rispondo qui ma vi sono dei problemi tecnici. Ha acquistato il nuovo libro su fra immacolato della signora di nardo ruffo dei maestri del lavoro? Il ricavato verrà devoluto a don alessandro per la costruzione della casa di preghiera a fra immacolato a castropignano.Sono rimasto molto contento vedendone le foto su internet di come sarà e sono anche soddisfatto che rendono omaggio ad una figura illustre ed esimie della nostra città grazie anche all'attenzione dei Mons.Scotti sensibile alla figura di fra immacolato cosa che la nostra città e la nostra diocesi ha abbandonato.
RispondiEliminaMa si figuri...
EliminaLa signora Ruffo mi ha anche fatto un "omaggio particolare" inserendo un mio articolo.
In realtà ha realizzato un collage di miei scritti, ma devo dire che ha centrato alla prefezione il mio pensiero.
Risposta come prova
RispondiEliminaScusi ho avuto problemi tecnici.ecco il motivo di "risposta come prova"
RispondiEliminaSignor Paolo sarebbe bello poter sensibilizzare di più la cittadinanza di campobasso su fra immacolato con qualche iniziativa.
RispondiEliminaNon so se lei è a conoscenza della figura di don dolindo ruotolo sacerdote napoletano dalle virtù eroiche come fra immacolato. Bene da poco è stat aperta la causa di beatificazione ed il cardinale sepe non ci ha pensato due volte ad esaltare la sua figura facendo perfino traslare la sua salma nella chiesetta di san giuseppe dell'immacolata a napoli molto suggestiva perché don dolindo in essa aveva riprodotto come altare maggiore la grotta identica come quella di Lourdes. Sarebbe bello anche a campobasso poter traslare il corpo di fra immacolato rivalutando nella cittadinanza la sua insigne figura e permettendo ai fedeli di pregarlo in pubblico magari a santa maria della croce dove lui da piccolo andava con la nonna e proprio quell'immagine dell'addolorata gli ha indicato la sua vocazione nella congregazione dei carmelitani. Si sentono voci in giro di una visita di S.S. benedetto xvi magari si potesse realizzare un percorso spirituale anche con la traslazione sarebbe per campobasso una vera e sincera rinascita nella fede. Cosa ne pensa lei? Possiamo fare qualcosa per la traslazione? Mi sono informato a Roma e mi hanno detto che ciò e possibile soltanto però non dovrebbe esserci il veto dell'arcivescovo.
Signor Paolo ha scoperto qualcosa su ciò che succede e sta succedendo all'orfanotrofio de capoa?
RispondiEliminaancora no.... tra ferie mie ed altrui.... spero di concretizzare al più presto
EliminaSignor Paolo che ne pensa del posizionamento della statua di San Giorgio nella piazza del Municipio? Ha saputo che per questo motivo hanno estirpato un cedro togliendogli definitivamente la vita? Cosa pensa di tutto ciò?
RispondiEliminaEccomi... anche se con molto ritardo!
RispondiEliminaL'idea della statua all'esterno non mi dispiace, anche se il basamento la copre troppo non facendone apprezzare la plasticità!
Sull'ubicazione non saprei... non ho ancora sedimentato.
L'albero (piccolino a dire il vero) è stato riposizionato anche se la sua sorte è incerta.
A tal proposito ribadisco quanto già osservato in un mio articolo:
Villa Flora e piazza della Libera hanno due aiuole "vuote" poichè le piante ivi presenti sono morte da illo tempore. L'attenzione per il verde in questa città è sempre più ridotta!!!
Ha fatto attenzione alla data posta sotto il basamento che non corrisponde alla inaugurazione effettuata ma all'anno della fede. Vi sono stati molti articoli al riguardo e si è compreso l'indignazione verso la diocesi per aver fatto il teatrino con i soldi pubblici quando vi è una famiglia sfrattata ancora (d'Aversa ) senza abitazione. Forse quei soldi regalati alla curia potevano servire ad aiutare questa famiglia sostenuta solo dall'associazione di don Tedeschi. Che ne pensa non è stato uno schiaffo di questi tempi problematici? Anche la curia tramite la caritas a cui si è rivolta la famiglia per essere aiutata ha come al solito fatto orecchie da mercante. Per fortuna ci sono associazioni che fanno meno show e operano nel silenzio.
EliminaSembra quasi "roba da settimana enigmistica"!
EliminaAi posteri chi spiegherà il tutto?
Tra "tot" decine di anni chi guarderà il basamento penserà che quella sia la data di inaugurazione... ma poi del resto chi se ne importerà?
In merito ai fondi... mi sembra di aver capito che abbiano pagato il tutto: Curia, Regione e sponsor... almeno così mi sembra di aver compreso....
Sull'orfanotrofio de capoa ha scoperto qualcosa?
RispondiEliminaMea culpa!
RispondiEliminaAncora no... ma ho come "scusante" che attendevo la conferma o la nuova nomina del soprintendente.
In questo periodo c'è fermento per le attività in organizzazione per cui spero che a breve possano darmi un pochino di retta... al Mibac.
Riguardo ai fondi ci sono oscure delibere che hanno regalato soldi all'arcivescovo. Può vedere su in regione. Alla fine ha pagato solo la regione girando i soldi a bregantini che ne ha utilizzato una minima parte per San Giorgio, gli altri soldi non si sa che fine hanno fatto! Con i problemi della famiglia sfrattata si poteva fare del bene a questa ed altre e non intascarli per stupidi libri del vescovo! La Banca ha offerto solo il basamento perché il vescovo ha aperto il conto presso di loro. San Giorgio dava un po' fastidio al comune perché pare che avevano bisogno di quello spazio per costruire il box per gli uscieri perciò l'hanno fatto togliere.
RispondiEliminaIl tutto è molto interessante ed anche molto avvilente........ A poter consultare le "oscure delibere".....
Eliminanel giornale della gazzetta del molise di pochi giorni fa troverà il numero di delibera che l'aiuterà nella ricerca perché per accedervi la gazzetta vuol dire che la delibera è pubblica. Articolo scritto dalla giornalista domeneghetti sulla gazzetta del molise
RispondiEliminala famiglia d'Aversa si era rivolta anche lei al vescovo ma tanto che è impegnato... che non poteva fare una telefonatina al sindaco o a chi di competenza per trovare un alloggio ad una famiglia indigente e con gravissimi problemi di salute. Certo non si sarebbe potuto esibire in pubblico ma era meglio aiutare questa famiglia che fare un'altra pacchianata. Per fortuna che esistono associazioni sensibili alle esigenze degli "ultimi" come quella del compianto Padre Tedeschi di cui si è richiesta la riapertura del caso sulla sua morte che si è mobilitata senza vantarsene per sostenere la famiglia ed interessarsi a risolvere la problematica. Fossi stato nei panni del vescovo mi sarei vergognato!
RispondiEliminaRiguardo fra immacolato ho incontrato una persona molto vicina a don Armando che mi ha sottolineato che prima di morire don Armando ha pagato una parte del progetto all'architetto per l'effettuazione della tomba da far costruire in cattedrale per aldo brienza. Avendone fatta anche comunicazione al vescovo don armando aveva sottolineato che una parte l'aveva già pagata lui e si rimetteva nelle mani del vescovo per la definitiva chiusura dell'opera. Ma come ben sappiamo il vescovo è bravo a negare ed a fare orecchie da mercante. Perché ignora sempre quello che gli fa comodo.
RispondiEliminaSi è appena costituita un'associazione di cittadini che al grido di "I love Villa De Capoa" il 28 settembre 2013 alle ore 16 cercheranno di portare in villa tutti i campobassani per dimostrare al comune che quel polmone verde è un bene di tutti e che non può restare chiuso la domenica ed i festivi nè all'ora di pranzo, nella totale trascuratezza delle essenze arboree e degli arredi.
RispondiEliminaSe in quella villa avete dato un bacio al vostro amore o siete andati a passeggiare per prendere il fresco o avete portato il vostro bambino perchè prendesse "l'aria buona" non potete mancare!
pg
cmq questo "Luigi dei conti de Capoa" convince molto poco :)
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