La storia di una donna sposata, madre di tre figli, oggetto delle attenzioni di un uomo degenerate in molestie
LAURA, COSI' MI HANNO RUBATO LA LIBERTA'
il suo sfogo: "mi sento sola e penso di non essere la sua unica vittima"
Il Quotidiano del Molise del 12 febbraio 2015 |
di Vittoria Todisco
Dall’estate del 2012 la vita di Laura, il nome è di
fantasia, non è più la stessa a determinare un doloroso cambiamento le
attenzioni, degenerate in vere e proprie molestie, che un uomo le ha
ripetutamente rivolte. Attenzioni non richieste assolutamente non gradite rese
ancora più insopportabili dall’indifferenza dimostrata dagli organi giudiziari
negando ogni tentativo di ricerca della verità archiviando la dettagliata
denuncia presentata. Laura è una donna
sposata nonché madre di tre figli. Ha un aspetto minuto, apparentemente
fragile, dietro al quale si cela una forte e ben delineata personalità.
Ha conosciuto l’altro, l’uomo che l’ha molestata,
in modo del tutto casuale: i rispettivi figli, bambini di scuola materna ed
elementare, frequentavano lo stesso istituto. Gli incontri quasi quotidiani
dinanzi e dentro la scuola, lo scambio di informazioni e quant’altro hanno
fatto sì che si instaurasse un rapporto cordiale tra l’uomo e suo marito,
un’amicizia, quasi, che si consolidava giorno dopo giorno e si manifestava con
il rito del caffè offerto a turno ad una certa ora del mattino allo stesso bar,
e le visite sul posto di lavoro.
“La prima volta che quest’uomo si è rivolto a me
con atteggiamento diverso da quello della cortesia e dell’amicizia sono rimasta sorpresa, ho avvertito
una sensazione di sgradevolezza ma ho anche temuto di averne frainteso le
intenzioni. Poi le avances si sono ripetute diventando via via più esplicite.
Ed è così che è cominciato l’inferno. Non sapevo come reagire, le mie notti
sono diventate insonni.
Guardavo mio marito dormirmi accanto e mi chiedevo:
che faccio, glielo dico o faccio finta di niente? pensavo, al tempo stesso
cercavo di rassicurarmi dicendo: finirà di darmi fastidio prima o poi si
stancherà. Al tempo stesso un altro tarlo mi rodeva. Perché mi sta succedendo
questa cosa? Ho fatto qualcosa di sbagliato forse senza accorgermene l’ho
incoraggiato. Sentivo di non e sere più la stessa, mi sentivo ambigua,
bugiarda, sporca…”. Laura è una donna molto forte e lo ha dimostrato
giovanissima, scegliendo e condividendo con suo marito l’idea di investire il
proprio futuro in un “mestiere” piuttosto che in una “professione” come tutti
in famiglia si aspettavano e per esercitare la quale si erano preparati
conseguendo entrambi un serio curriculum scolastico. Hanno messo su un laboratorio
artigianale del restauro.
Bisogna vederla all’opera Laura per capire quanto è
forte a dispetto dell’aspetto fisico; c’è da rimanere sorpresi nel vederla
caricare e segare enormi tavole di legno, armeggiare arnesi, avere a che fare
con polveri, trucioli, colle, vernici e segature. Il suo aspetto non è proprio
quello da “donna in carriera” quel tipo di lavoro le lascia addosso i segni; i
capelli si impregnano di polvere e le mani non sono certo di velluto. Non
stiamo dunque parlando di una “femme fatale” capace di far girare la testa ad un
uomo.
“Ad un certo punto non ne ho potuto più ho dovuto raccontare
a mio marito quanto stava accadendo perché quell’uomo mi pedinava, arrivava in
laboratorio di continuo, a sorpresa. Mi sussurrava cose all’orecchio infischiandosene
della presenza di mio marito, dei bambini, fino al punto di tentare di
baciarmi”. Lo abbiamo affrontato e lui non ha negato i fatti. Tramite i mio
avvocato ho presentato denuncia nei suoi confronti senza purtroppo ottenere
nulla perché dopo mesi di silenzio durante i quali i due giudici che si sono passati la pratica non hanno sentito le
necessità di parlarmi, guardarmi in faccia e misurasi con il mio tormento.
Sono stata in cura da uno psicologo e attualmente ricorro ancora alle cure. Mi
sento sola! Sola continuamente a rivoltarmi nel mio tormento mentre lui,
potrebbe, nel frattempo aver rivolto le sue attenzioni a qualche altra donna.
Penso di non essere la sua sola vittima e mi angoscio pensando che qualche
altra donna, magari priva di quelle difese che io sono riuscita a trarre dalla
forza della mia morale, possa cadere dietro le sue lusinghe. Penso questo
perché quando ho affrontato sua moglie raccontandole come si era comportato
il marito, non ha mostrato alcuna sorpresa, non si è offesa come mi sarei
aspettata che facesse, non mi è nemmeno sembrata addolorata ha solo detto con
una punta di rassegnazione: gliene parlerò”.