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lunedì 2 marzo 2015

CAMPOBASSO: La storia di Laura, donna sposata madre di 3 figli, oggetto delle morbose attenzioni di un uomo, poi, degenerate in molestie. (di Vittoria Todisco)

La storia di una donna sposata, madre di tre figli, oggetto delle attenzioni di un uomo degenerate in molestie

LAURA, COSI' MI HANNO RUBATO LA LIBERTA'

il suo sfogo: "mi sento sola e penso di non essere la sua unica vittima"


Il Quotidiano del Molise
 del 12 febbraio 2015

di Vittoria Todisco


Dall’estate del 2012 la vita di Laura, il nome è di fantasia, non è più la stessa a determinare un doloroso cambiamento le attenzioni, degenerate in vere e proprie molestie, che un uomo le ha ripetutamente rivolte. Attenzioni non richieste assolutamente non gradite rese ancora più insopportabili dall’indifferenza dimostrata dagli organi giudiziari negando ogni tentativo di ricerca della verità archiviando la dettagliata denuncia presentata. Laura  è una donna sposata nonché madre di tre figli. Ha un aspetto minuto, apparentemente fragile, dietro al quale si cela una forte e ben delineata personalità.
Ha conosciuto l’altro, l’uomo che l’ha molestata, in modo del tutto casuale: i rispettivi figli, bambini di scuola materna ed elementare, frequentavano lo stesso istituto. Gli incontri quasi quotidiani dinanzi e dentro la scuola, lo scambio di informazioni e quant’altro hanno fatto sì che si instaurasse un rapporto cordiale tra l’uomo e suo marito, un’amicizia, quasi, che si consolidava giorno dopo giorno e si manifestava con il rito del caffè offerto a turno ad una certa ora del mattino allo stesso bar, e le visite sul posto di lavoro.
“La prima volta che quest’uomo si è rivolto a me con atteggiamento diverso da quello della cortesia e dell’amicizia sono rimasta sorpresa, ho avvertito una sensazione di sgradevolezza ma ho anche temuto di averne frainteso le intenzioni. Poi le avances si sono ripetute diventando via via più esplicite. Ed è così che è cominciato l’inferno. Non sapevo come reagire, le mie notti sono  diventate insonni.
Guardavo mio marito dormirmi accanto e mi chiedevo: che faccio, glielo dico o faccio finta di niente? pensavo, al tempo stesso cercavo di rassicurarmi dicendo: finirà di darmi fastidio prima o poi si stancherà. Al tempo stesso un altro tarlo mi rodeva. Perché mi sta succedendo questa cosa? Ho fatto qualcosa di sbagliato forse senza accorgermene l’ho incoraggiato. Sentivo di non e sere più la stessa, mi sentivo ambigua, bugiarda, sporca…”. Laura è una donna molto forte e lo ha dimostrato giovanissima, scegliendo e condividendo con suo marito l’idea di investire il proprio futuro in un “mestiere” piuttosto che in una “professione” come tutti in famiglia si aspettavano e per esercitare la quale si erano preparati conseguendo entrambi un serio curriculum scolastico. Hanno messo su un laboratorio artigianale del restauro.
Bisogna vederla all’opera Laura per capire quanto è forte a dispetto dell’aspetto fisico; c’è da rimanere sorpresi nel vederla caricare e segare enormi tavole di legno, armeggiare arnesi, avere a che fare con polveri, trucioli, colle, vernici e segature. Il suo aspetto non è proprio quello da “donna in carriera” quel tipo di lavoro le lascia addosso i segni; i capelli si impregnano di polvere e le mani non sono certo di velluto. Non stiamo dunque parlando di una “femme fatale” capace di far girare la testa ad un uomo.
“Ad un certo punto non ne ho potuto più ho dovuto raccontare a mio marito quanto stava accadendo perché quell’uomo mi pedinava, arrivava in laboratorio di continuo, a sorpresa. Mi sussurrava cose all’orecchio infischiandosene della presenza di mio marito, dei bambini, fino al punto di tentare di baciarmi”. Lo abbiamo affrontato e lui non ha negato i fatti. Tramite i mio avvocato ho presentato denuncia nei suoi confronti senza purtroppo ottenere nulla perché dopo mesi di silenzio durante i quali i due giudici che si sono passati la pratica non hanno sentito le necessità di parlarmi, guardarmi in faccia e misurasi con il mio tormento. Sono stata in cura da uno psicologo e attualmente ricorro ancora alle cure. Mi sento sola! Sola continuamente a rivoltarmi nel mio tormento mentre lui, potrebbe, nel frattempo aver rivolto le sue attenzioni a qualche altra donna. Penso di non essere la sua sola vittima e mi angoscio pensando che qualche altra donna, magari priva di quelle difese che io sono riuscita a trarre dalla forza della mia morale, possa cadere dietro le sue lusinghe. Penso questo perché quando ho affrontato sua moglie raccontandole come si era comportato il marito, non ha mostrato alcuna sorpresa, non si è offesa come mi sarei aspettata che facesse, non mi è nemmeno sembrata addolorata ha solo detto con una punta di rassegnazione: gliene parlerò”.

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