Il Quotidiano del Molise del 10/07/2010 |
di Paolo Giordano
Se come nelle fiabe gli
oggetti parlassero, chi sa quanto potrebbe raccontare
l’apparentemente insignificante barra di ferro murata
in via Cannavina al civico 7.
In realtà si presenta da
sola: su di essa è scritto “mezza canna”.
Era l’unità di misura
di riferimento per il mercato di Campobasso inserita in Porta Borgo,
anche detta Porta San Leonardo.
Di questa struttura oltre
ad essere ancora visibile, all’interno di una vetrina, l’emiciclo
di un torrazzo esistono i due stemmi un tempo incastonati
nell’architrave.
Il più antico è quello
del Conte Cola, l’altro è della città di Campobasso, ed oggi sono
entrambi conservati nell’atrio del Municipio.
L’Albino, nato nel
1827, ebbe modo di vederla personalmente e la descrive come “assai
ben decorata e di corretto stile architettonico”.
Porta San Leonardo, che
era l’accesso principale al nucleo fortificato, fu distrutta nel
1836 ed utilizzata dai cittadini quale “cava” di pietra per
costruire.
A detta del Mancini era
“più grande e bella delle altre”.
L’attraversò Ferrante
II Gonzaga, signore di Campobasso, nel 1584 e nel 1588 insieme alla
moglie, la principessa Vittoria Doria, e la loro figlia Zenobia.
In una lunetta della
Banca d’Italia il pittore Nicola Biondi ha immortalato l’ingresso
di un altro Gonzaga, Ferrante I, ma non si hanno documenti certi di
una sua visita in città.
Solo la mezza canna
potrebbe dirimere ogni dubbio e narrarci questa ed altre vicende
epiche, o semplici storie quotidiane, a cui lei stessa ha assistito
in tanti secoli.
Troppo banale concludere
questa divagazione con la solita lamentosa constatazione sullo stato
di abbandono delle memorie storiche cittadine.
Si vuole, invece, credere
che un’Amministrazione, un Ente, un imprenditore illuminato o
un’Associazione commissionerà una targa che illustri ai passanti
cosa rappresenti quell’apparentemente insignificante barra di
ferro.
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