del 9 marzo 2017
di Paolo Giordano
Aline Aubin (foto Trombetta) |
"La carrozza che li porta in
Molise il 17 giugno del 1845 ha percorso parecchie miglia. Hanno già passato la
prima notte in Terra di Lavoro, a Venafro. Si sono poi rimessi in viaggio alle
sei del mattino, ritrovandosi nel Contado di Molise meno di un'ora
dopo, quando dal ponte di Monteroduni comincia uno stradone di antichi
pioppi."
Così narra
Barbara Bertolini, ne "il Tempo Sospeso, donne nella storia del Molise"
(Frattolillo - Bertolini, Filopoli, 2007), l'inizio dell'avventura molisana di
madame Aline Aubin e del marito Eugenio Battistelli: un lungo indissolubile legame
che si concluderà 45 anni dopo, quando "il
1° gennaio 1890 alle ore 7 p.m. nell'età di 65 anni, confortata dai sacramenti
religiosi, rendeva l'eletta anima a Dio Aline Aubin vedova Battistelli, esimia
educatrice, dotata d'animo nobile e ricca d'ogni più bella e rara virtù"
(L'Istrice, 30/01/1890).
Aline, nata il 24 marzo 1825 a Poitiers da Jacques Aubin
e Rose de Vidal, lasciò a soli 5 anni la Francia per seguire il padre, più che probabilmente
un realista costretto all'esilio dopo l'abdicazione di Carlo X.
Eugenio Battistelli (foto Trombetta) |
In Italia sposò
Eugenio Battistelli, un istitutore nativo di Città di Castello (PG). I coniugi
Aubin-Battistelli arrivarono nel 1845 nella provincia di Molise per dare
finalmente seguito alle, fino ad allora disattese, norme in materia di educazione
pubblica femminile, emanate dai napoleonidi sin dal 1807.
A Campobasso, nel 1845, fu quindi inaugurato un
Istituto Femminile che, nel corso degli anni, andò sempre più ampliandosi, fino
a doversi trasferire dalla sua sede storica, in Palazzo De Luca nel borgo
antico, in quella nuova di palazzo Mastrogiovanni, che fino alla metà del 1900
sorgeva accanto al Convitto Speranza, nell'attuale Viale Elena.
"Madama
Battistelli (così la chiamavano tutti con molta deferenza) aveva una singolare
valentia nell'arte molteplice del ricamo, e specialmente di quello a rilievo.
Il suo quadro a rilievo a grandezza naturale rappresentante il Ratto di Rebecca
fu premiato con medaglia di prima classe nell'esposizione Nazionale di Torino
del 1878" (Giambattista Masciotta).
Il Ratto di Rebecca |
La rivoluzione sociale provocata dall'entusiasmo dei
due educatori fu epocale, ma non si può trascurare il sostegno loro offerto da
intellettuali ed amministratori. La prima prova pubblica delle allieve di madame
Aubin risale al 12 settembre 1846 quando, in palazzo Marino, fanciulle dai 5 ai
9 vennero esaminate (riscuotendo piena ammirazione) da personalità della
cultura locale quali lo scienziato Antonio Nobile, il canonico Alfonso
Filipponi ed il letterato Alessandro Ionata.
Fino ad allora l'educazione pubblica femminile era
stata praticamente inesistente. Solo nelle famiglie più abbienti si impartivano,
a carattere individuale e domestico, pochi elementi d'informazione basilare.
Con l'istituzione dell'educandato, che poi diverrà scuola Normale Femminile, si
inaugurò a Campobasso un fecondo percorso di formazione ed emancipazione. Le
cronache del tempo rivolsero costantemente attenzione ai progressi delle "fanciulle campobassane e
molisane", evidenziando la qualità del corpo docenti e quella dei
programmi. L'attività dell'Aubin si collocò nel periodo storico-sociale, a
cavallo dell'Unità d'Italia, in cui si attuò il passaggio da un modello
educativo basato prevalentemente sull'insegnamento dei lavori domestici a
quello il cui obiettivo era esclusivamente l'apprendimento del Sapere, così
come i tempi moderni richiedevano.
Palazzo Mastrogiovanni (foto Trombetta) |
"Madama
Battistelli", sempre aggiornata
sui nuovi metodi di insegnamento, seppe ben traghettare le giovani molisane
verso il Nuovo, svolgendo il suo compito prima nel Regno delle due Sicilie e
poi in quello dell'Italia Unita. Fu nel primo che prese vita il desiderio della
costituzione di una Scuola pubblica per maestre, con annesso Convitto per le
non residenti (se ne iniziò a discutere in Consiglio Provinciale nel 1852), ma
solo nel regno Sabaudo il sogno divenne realtà: nel 1862 si spalancarono i
battenti di una scuola preparatoria per allieve maestre. Correva l'anno 1864
quando, finalmente, Campobasso ebbe la sua Scuola Magistrale di cui l'Aubin fu
fondatrice direttrice.
Logica avrebbe voluto che a lei fosse intitolato
almeno l'Istituto Magistrale del Capoluogo, ma sono state ben altre le scelte e
su esse non sta a noi dissertare.
Il valore dell'operato di Madame Aline Aubin
Battistelli, nella nostra storia e nella nostra società, sono egregiamente riassunto
nelle parole di Ada Trombetta: "a
questa donna, non molisana, non
italiana, ma per adozione autentica campobassana e molisana, dobbiamo la
massima riconoscenza per l'opera svolta ininterrottamente e con vivo entusiasmo
a favore della promozione culturale del Molise e per avere aperto a noi donne
le porte dell'emancipazione".
la sepoltura dei coniugi Battistelli-Aubin nel cimitero di Campobasso |