Il Quotidiano del Molise del 03/12/2011 |
di
Paolo Giordano
Cercemaggiore il Castello (Orfanotrofio "Mater Orphanorum") |
Lo stemma di porta San Paolo a Campobasso,
per secoli non attribuito a nessuna famiglia nobiliare, appartiene ai de
Molisio.
Già nel maggio 2010 sostenemmo, con convinzione ed argomentazioni, che
quelle sono le insegne dei discendenti di Rodolfo de Moulins. Tale interpretazione non fu da tutti
condivisa.
Eppure si deve proprio all’architetto Franco Valente (all’epoca non del tutto convito dal nostro “ragionamento”) una svolta decisiva nelle “indagini”. Con l’indiscutibile
correttezza dello studioso, pur se in “conflitto” con le sue iniziali convinzioni,
ci ha segnalato un emblema presente nel convento di Cercemaggiore.
Stemma coniugale Alberico Carafa-Giovannella di Molise |
Si tratta di
uno stemma partito verticalmente che testimonia un’unione coniugale.
Il Lui, a
sinistra per chi guarda, è certamente un Carfa. La Lei, come nel caso di
Campobasso, si fregiava di un blasone con tre scudetti su banda. Gli sposi sono
Alberico Carafa e Giovannella, figlia ed erede di Paolo di Molise. A lei, già
sposa, nel 1478 il re Ferrante d’Aragona affidò il borgo di “Cerca Maggiore”. Il
feudo rimarrà poi a lungo tra i possedimenti dei Carafa.
La chiesa di Santa Maria della Libera, in
Cercemaggiore, edificata dal 1412, anno del ritrovamento della preziosa
statuetta lignea, subì gravi danni a seguito del terremoto del 15 dicembre
1456.
Probabilmente qui si unirono in matrimonio i due nobili o, a
testimonianza del loro impegno nella ricostruzione, lasciarono semplicemente
una “firma”. Infatti è stata tramandata ai posteri la benevolenza dei Carafa
verso la chiesa ed il convento, nonché il loro prodigarsi nel porre riparo ai
danni causati dal cataclisma. Ulteriori indagini sapranno spiegarci il perché
della presenza in loco del simbolo coniugale.
Cercemaggiore "Il Castello" |
Cercemaggiore Torre di Caselvatica |
Paolo, sono rimasto incuriosito, ma una foto dello stemma campobassano? Non credi che sia necessario postarla?
RispondiEliminaGiovanni Mascia
Carissimo,
Eliminaincuriosire te mi lusinga.
Lo stemma di porta san Paolo l'ho postato.
L'ho fatto in un mio precedente scritto ed ho inserito il link in questo attuale... forse un po' criptico.
Infatti "cliccando" su "maggio 2010" si giunge da dove sono partito.
Fammi sapere che te ne sembra....
Mi permetto... se hai un pochino di tempo da perdere potresti "annoiarti" leggendo tutti i post nell'etichetta araldica.
EliminaC'è anche il commento di un altro lettore a questo mio post....
Sono sorpreso di aver attirato l'attenzione di chi (come te) studioso e ricercatore lo è veramente.
Spero di continuare a riuscirci.
EliminaComunque il tuo suggerimento iniziale è ineccepibile...
Provvederò a rimediare.
Un po' l'inesperienza ma soprattutto la fretta sono cattive consigliere... grafica!
Gent.mo Sig. Paolo Giordano
RispondiEliminaLeggo purtroppo soltanto adesso e vengo ora a conoscenza con grande stupore del suo articolo del dicembre 2011. Stupore e un po' di rammarico per i modi in cui viene trattata spesso la ricerca storica, e di conseguenza anche chi ne fà parte. Difatti il "misterioso scudo" di porta S. Paolo a Campobasso non ha mai avuto alcun alone del genere per nessun studioso o appassionato, anche, di soli temi araldici. Se avesse posto domanda a chi di queste tematiche ne fà continuo oggetto di lavoro(anche rivolgendosi semplicemente in rete su siti del genere estranei al Molise) ne avrebbe certamente avuta veloce e rapida risposta. Per quanto mi riguarda, anch'io Le avrei potuto dare pronta soluzione sia per l'arme presente su Porta S. Paolo, che ben conosco da anni, che, su quelle Carafa-Molisio esistenti a Cercemaggiore (e sono più di una) e su altrettante ancora presenti in alcuni paesi che furono in possesso della coppia.Stemmi tutti pubblicati e noti ormai da diversi decenni. Peraltro al Convento della Libera di Cercemaggiore si conserva anche una lastra errante con stemma dei medesimi(precedentemente utilizzata all'aperto come panchina),quali fondatori del primo nucleo domenicano giuntovi su istanza di Alberico nel 1489 e di cui ho curato a mie spese, il restauro, con un'operazione tesa al recupero del manufatto che rischiava di andare incontro a una probabile dispersione. Mi scuso se ho tenuto forse un tono un po' polemico ma non ritengo giusto che quasi sempre e costantemente ogni notizia che in Italia và sotto l'etichetta di cultura, debba passare necessariamente sotto le spoglie accattivanti e populiste del sensazionale,dell'oggetto misterioso (tipico di certe trasmissioni televisive); ancor più quando non completamente esatta. Non me ne voglia.
Cordialmente
Stefano Vannozzi
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EliminaGentilissimo Stefano,
Eliminache dirle?
Ha infranto ogni mio sogno di gloria....
Scherzi a parte non ho mai avuto pretese di conoscitore di araldica né di depositario di verità.
La sensazionalità è "colpa" o "merito" dei titolisti i quali devono attirare l'attenzione del lettore. Ed il lettore, il più delle volte è molto lontano(se non disinteressato) rispetto a questi argomenti.
Consideri che non scrivo su di una rivista specializzata, ma su un quotidiano che, in quanto tale, ha specifiche peculiarità.
La questione dello stemma di Porta San Paolo ebbe due risvolti. Il primo è a me più caro: fu il mio esordio in un mondo nuovo, quello del giornalismo. Il secondo quello di giungere ad un "risultato" attraverso una serie di deduzioni. Che lo stemma di Cercemaggiore ha poi confermato.
Lei dice che l'attribuzione era di dominio pubblico.
Mi permetta di dissentire, ancora oggi qualcuno continua a sostenere essere quella l'arma d'altre famiglie.
Anche in quel momento (maggio 2010) ci fu qualcuno che non fu d'accordo con la mia idea.
C'è un passaggio del suo gentile commento che condivido totalmente: esiste un mondo al di fuori della nostra regione che è ricco, vario e conoscitore di ciò di cui parla.
E' vero non mi sono preoccupato di contattare altri perché mi è piaciuto giocare all'investigatore e tutto sommato mi è riuscito benino: sono arrivato alla soluzione da solo.
Leggendo i vari testi di storia locale nessuno dava un nome alla famiglia il cui emblema è su porta San Paolo, o peggio "tirava" nomi a caso.
In realtà bastava semplicemente conoscere quello di Cercemaggiore....
Di sicuro però l'attenzione che ha dato al mio post mi onora, constato dal suo sito che lei è un esperto e di sicuro è addentro alla materia e quindi, se mi consentirà, non esiterò a porle domande in futuro.
Non voglia negarmi la soddisfazione di aver scritto per primo che quello stemma e dei discendenti di Rodolfo di Moulins.. o almeno di essere stato il primo molisano... campobassano a farlo!
E di esserci arrivato con un processo logico deduttivo.
Come avrà inteso non gliene voglio assolutamente per il suo commento, anzi... Mi creda il mio atteggiamento è da "ignorante" curioso di conoscere e scoprire.
Penso che il mio "ruolo" sia quello di accendere delle spie per attirare l'attenzione su alcuni argomenti che, poi, ognuno curerà scientificamente nelle sedi competenti.
Ed io avrà avuto la gioia di servire solo a richiamare l'interesse verso tematiche destinati forse a "morire".
Approfitto subito per porle un quesito.
Sempre a Campobasso, in vico Sant'Andrea, c'è uno stemma simile, ma "invertito" http://paologiordanocb.blogspot.it/2011/05/il-misterioso-stemma-di-porta-san-paolo.html
cosa ne pensa?
Sarei molto felice di aver occasione di confronto su altre curiosità. Come avrà notato leggendo i post con etichetta "araldica" ci sono altri "misteri" che mi affascinano.
A prestissimo allora
una cortesia.....
Eliminaqualche sito di araldica a cui porre domande.... sa... mi è venuta in mente un'altra ideuzza....
Ops... come avrà inteso, ieri le ho risposta a notte fonda per cui il mio scritto non è certo stato una "lezione di stile oratorio".
EliminaVolevo solo aggiungere, avendo poi ricostruito altri passaggi (parliamo di oramai tre anni or sono), che uno scambio di piacevoli battute ed osservazioni con amici (alcuni anche comuni) studiosi lo ebbi, per cui ci fu anche un minimo simpatico e prezioso "dibattito". Di primo acchito non per tutti l'interpretazione fu così "scontata".
Insomma la verità e che mi piace sentirmi un pochino "scopritore".
Un piccolo peccato veniale!
Sono ben lieto che mi abbia contattato...
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RispondiEliminaGent.mo Sig. Paolo Giordano
RispondiEliminaNello scusarmi per il ritardo con cui rispondo alle sue richieste dovuto ad impellenti impegni e improrogabile di lavoro le segnalo qualche sito a carattere genealogico o araldico in cui è possibile rivolgersi in caso di necessità o per porre quesiti, trovare notizie. Uno fra i più interessanti per dibattiti e materiale è I NOSTRI AVI, Forum Italiano della Commissione Internazionale permanente per lo Studio degli Ordini Cavallereschi, dell’Istituto Araldico Genealogico Italiano e di Famiglie Storiche d'Italia - Sito ufficiale: www.iagi.info http://www.iagiforum.info/.Un altro sito dedicato è quello sulla storia della Famiglia d'Alena di Alfonso di Sanza d'Alena ma con diversi rimandi a molte famiglie feudatarie molisane consultabile al seguente indirizzo: http://www.casadalena.it/Welcome.htm.Ulteriore sito con un settore particolare dedicato ai manoscritti e agli armoriali (con testi completamente scaricabili) è quello della Biblioteca Estense Universitaria. Fra i testi è anche quello in tre tomi di Giovan Battista Crollalanza , Dizionario storico-blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane estinte e fiorenti, presso la Direzione del giornale araldico, Pisa,1886. L’ opera completa si compone di tre volumi, di oltre 1400 pagine. Il dizionario dà un quadro della situazione nobiliare italiana a tutto l’Ottocento, elencando in ordine alfabetico le famiglie, la loro origine geografica, unitamente ad un breve cenno storico ed alla descrizione dello stemma e del motto. I testi sono gratuitamente consultabili e scaricabili al seguente indirizzo: http://bibliotecaestense.beniculturali.it/info/img/insegne-diz.html. Per la ricostruzione genealogica delle famiglie consiglio: http://www.genmarenostrum.com .Riguardo poi allo stemma di Vico sant’Andrea (sempre a Campobasso) che mi sottopone, si tratta, seppure come giustamente nota con banda invertita, sempre ed unicamente dell’arma della medesima famiglia Molise o de Molisio. Suggerisco che la difformità può essere facilmente dovuta all’errore del lapicida o per la presenza in origine di un altro elemento speculare. Comunemente lo stemma è blasonato con banda semplice ovvero “d’oro, alla banda d’azzurro”, ma come ben sa è anche presente nella forma “d’oro, alla banda d’azzurro caricata da tre scudi”. Altri esempi del genere (stemma con banda caricata) sono visibile su un sito riguardante i Molisio - Molise del ramo di Nola in http://www.archiviostoricocrotone.it/doc/nola_molise.html .
(segue)
Quando ho scritto di cose note non intendevo dire che tali notizie fossero necessariamente e in senso generalistico, di pubblico dominio ma comunque conosciute da chi è nel campo o ha dimestichezza per le branca storica, localistica o araldica. Del resto le novità, le integrazioni a quanto già pubblicato e le scoperte che avvengono durante e nella ricerca, a differenza della opere a stampa e delle guide storiche che giungono ai media, si evolvono ed aggiornano molto più velocemente. E’ purtroppo vero che tali voci non possono spesso giungere al grande pubblico per ragioni varie fra cui, non ultima, gli alti costi editoriali. Pertanto anche nel caso di Campobasso alcuni testi “storici” , pur assodati ormai come pieni di errori , non sono mai stati aggiornati o integrati da nuova documentazione. Si è talvolta invece continuato a fare una sorta di acritico “copia incolla”. Cosi è anche per la descrizione presente nella guida rossa Abruzzo, Molise, Touring Club Italiano, che è stata spesso trampolino di rilancio di certe affermazioni, ancora per diversi decenni a venire. Nell’ edizione del 1979, trovo a pag. 462 la seguente telegrafica descrizione “Porta S. Paolo (stemma dei Monforte-Gambatesa, 1374)”. Sarebbe bastata da parte del compilatore confrontare il testo datante apposto al di sopra dell’arma, con chi “dominava” in quegli anni la cittadina, per “riscoprire” che si tratta dell’emblema di famiglia appartenente Tommasa o Tommasella de Molisio vedova Monforte-Gambatesa , Contessa di Campobasso. Il testo è il seguente: A.D. M.C.C. / C.L.X.X.I.I.I.I. .
RispondiEliminaRiguardo poi all’arma congiunta dei Carafa della stadera – Molisio appartenente rispettivamente alla coppia Alberico e Giovannella , per quanto mi è noto è conservata in tre copie (di cui una abrasa) a Cercemaggiore ed in altre due a Baselice (BN). Nel caso di Cercemaggiore lo stemma preso in esame è pubblicato (con foto anche) in Michele Miele, “La chiesa e il convento di S. Maria della Libera di Cercemaggiore (CB)” stampato nel 1980. Copie sono disponibili a richiesta presso il medesimo convento dei padri domenicani. Un esempio in rete con altra effige congiunta, ancora posta sulla torre daziale di Marigliano (NA) è nel seguente sito:
http://www.ponzaracconta.it/2012/06/10/i-simboli-araldici-del-potere-a-ponza/
In ultimo sempre sul web fra i diversi libri antichi di araldica genealogica che sono liberamente scaricabili nel motore di ricerca di google libri segnalo il seguente testo: Aldimari B., Historia genealogica della famiglia Carafa, Parte 3, Antonio Bulison, Napoli, 1691, pag.282-283. Detto questo la ringrazio per l’attenzione e per la possibilità che mi ha dato per un sereno scambio di vedute che certamente gioverà anche ai lettori e agli appassionati di storia molisana. Sono un suo lettore assiduo e non a caso iscritto al presente blog, proprio per gli articoli stimolanti e di riscoperta della “Storia Patria” Campobassana e non solo. Mi creda nuovamente il mio intervento non ha alcuna pretesa di elevare toni polemici o di presunta saccenza che non portano a nulla. Ignoro molte cose e ho tanto ancora da imparare. Se me lo permette, è solo uno scambio di opinioni tese al libero dialogo su temi che accomunano tutti quelli che amano veramente questa terra e in particolare la sua storia .
Cordialmente
Stefano Vannozzi
Gentilissimo Stefano,
Eliminanon ho assolutamente mai interpretato negativamente il suo commento, anzi... la sua considerazione ha dimostrato, ma soprattutto dimostra, attenzione a quanto da me "prodotto" e quindi benevolenza. Del resto me lo conferma lei stesso e ne sono onorato. Spero che continueranno le occasioni di confronto, dialogo, dibattito e "complicità" nella dura battaglia in difesa della cultura molisana: ognuno sul proprio fronte, lei con la sua professionalità ed io con mio diletto giornalistico.
Grazie anche per i riferimenti segnalatimi: ho in animo di curiosare nel mondo dell'araldica.
Non appena avrò modo mi recherò al convento di Cerce per reperire il testo del Miele.
con stima
Paolo Giordano