Il Quotidiano del Molise del 16 giugno 2014 |
di Paolo
Giordano
foto Archivio Alberindo Grimani |
Il 15 aprile 1944 venne ucciso in
Firenze, con numerosi colpi di pistola, Giovanni Gentile! A 70 anni esatti
da quella morte, purtroppo, sono mancati eventi opportunamente coordinati (svariate
invece le iniziative spontanee di Amministrazioni ed Associazioni) per
ricordare l’assassinio di una delle maggiori personalità italiane del 1900! E’
indubbio, al di là delle sue scelte politiche (comunque da studiare ed
analizzare), che egli fu protagonista nel panorama culturale nazionale.
Risulta
limitativo, quindi, volerne conoscerne l’operato solo attraverso gli ultimi
episodi della sua vita, consumatisi in anni bui e confusi: si sospettò addirittura
che fosse stato vittima di un vendetta del fascista Reparto Servizi Speciali,
di cui aveva condannato e denunciato i metodi violenti. Finanche il Partito
d’Azione fiorentino, nell’aprile del 1944, riconobbe che “non era una spia né
un delatore” avendo sempre tentato di aiutare individualmente quanti più
antifascisti possibile, di qualsiasi partito essi fossero.”
Tra i rei di
omissione siamo da annoverare anche noi campobassani, che non avremmo dovuto
perdere l’occasione per rievocare l’illustre pensatore, profondamente legato alla
Città Capoluogo.
Erminia Nudi (foto Archivio Grimani) |
Qui il futuro Ministro della Pubblica Istruzione (1922-1924),
padre di quella riforma che ha rappresentato, di fatto, la solida ossatura
della nostra Scuola, insegnò agli inizi della sua carriera (dal 30/10/1898)
filosofia al Regio Liceo Mario Pagano. “Campobasso è degna che ci si venga
almeno una volta in vita”, si legge nella sua corrispondenza, “composta da una
parte nuova, in via di formazione, e da una parte vecchia che giace sulla costa
di un monte, fin quasi alla cima… (da cui si gode) di uno dei panorami più
magnifici e più belli su cui possa girare l’occhio umano”.
Giovanni Gentile (foto A. Grimani) |
Nei pressi del
Castello, su un sedile in pietra, definito “il mio amico” (Vigliardi -
“Trentanni sotto il Monforte), sedette tranquillo il “professore filosofo” per
ore a godere di quel paesaggio, che poté ammirare anche dalla casa in cui abitò
in via Corso Nuovo 8, l’attuale Corso Emanuele, affittuario di una stanza della
famiglia Nudi. Grazie ad una finestra, con vista sull’ampia e stupenda vallata,
“mi pare che mi si allarghino i polmoni e il cuore e la mente mi si
rischiarino”. A fornirci dettagliate e documentate informazioni sul Gentile
campobassano è lo studioso (esperto d’arte, poeta e scrittore) Alberindo
Grimani, profondo conoscitore del Filosofo ed autore di scritti, purtroppo
ancora inediti, sulla sua vita. Fonte preziosissima è la sua Conferenza
“Gentile ed il Molise” tenutasi nell’oramai lontano 21 novembre 1992 presso la
“Biblioteca Nazionale di Roma. Contrariamente a quel che si suppone (o si vuol
far credere) la permanenza del pedagogista a Campobasso fu tutt’altro che un
esilio, anzi egli visse un periodo fecondo sia per il suo spirito che per le
sue relazioni umane. Il corpo docenti del Liceo era di elevata qualità e la
ricca biblioteca dell’Istituto, circa 4000 volumi con la possibilità di
consultare i maggiori giornali del tempo, immancabilmente a totale disposizione
dei professori fino a tarda notte. L’indissolubilità del legame con Campobasso,
“non accetterei il trasloco ad altra città, fosse pur migliore”, la si deve principalmente
ad Erminia Nudi, figlia del suo padrone di casa, “giovine de’ più gentili
costumi, colta, intelligente dotata da natura di un cuore impareggiabile”.
Erminia Nudi (foto Archivio Grimani) |
Non
poteva pertanto esservi altro epilogo, per quegli anni di feconda e produttiva
attività intellettuale, se non le nozze con Erminia, “mia buona Musa
incitatrice dei miei diletti studi, ispiratrice delle più alte idealità”,
celebrate nella chiesa di Santa Maria della Libera il 9 maggio 1901. Dopo il
trasferimento della nuova famiglia a Napoli Gentile tornò a Campobasso solo nel
1924, quale Ministro… chi sa se accompagnato dall’adorata consorte?
Ella seguì
comunque sempre il marito nella buona e nella cattiva sorte, fiera della grandezza
del suo uomo a cui non fu mai di ostacolo. Donna forte e sensibile totalmente dedita
alla cura ed all’educazione dei sei figli, ai quali trasmise l’amore per
Campobasso ed il Molise.
Nei tragici concitati giorni dell’aprile ‘44 si
adoperò perché non vi fossero rappresaglie per l’uccisione del coniuge,
riuscendo a convincere le autorità perché esaudissero tale suo desiderio. Ben
sapeva, infatti, che la Morte non avrebbe annientato né il Filosofo e né il
Maestro, capace di parlare di Patria ad una nazione divisa ed in guerra.
A 70 anni da
quei mortali colpi di pistola appaiono, quindi, più che mai attuali le parole
pronunciate dal Grimani nella Conferenza del ‘92: “Campobasso ed il Molise, che
tanto amore hanno avuto da questo suo figlio d’adozione, qualcosa pur dovranno
dare a Giovanni Gentile; fosse anche una semplice lapide nella casa che egli
abitò in Corso Nuovo 8... Erminia Gentile ne sarebbe contenta!”
CAMPOBASSO 1924 Il Ministro Gentile percorre il Viale della Rimembranza (foto Archivio Alberindo Grimani) |
Il professor Giovanni Gentile "torna" al Mario Pagano in veste di Ministro dell'Istruzione (Archivio Grimani) |
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