"Il Quotidiano del Molise" del 23 aprile 2012 |
di
Paolo Giordano
Nell’accurato
lavoro di ricerca condotto da Nicola Felice e Riccardo Lattuada, culminato con
la pubblicazione del libro “Paolo Saverio Di Zinno-arte ed effimero barocco nel
Molise del settecento”, vi è un rimando al Martino (1874) ed al Moffa (1979) in
merito al San Giorgio a cavallo di Scapoli: “Terminato nel 1770 scomparve
durante il II conflitto mondiale, forse bruciato dalle truppe marocchine
d’occupazione”. Questa “fine ingloriosa” non ha convinto l’architetto Valente,
che (vedasi il suo blog) nel 2009, con stupore e soddisfazione, scoprì quel
manufatto ancora presente in paese, purtroppo non in buono stato di
conservazione e sottoposto nei secoli a diversi restauri, uno dei quali
eseguito addirittura da Charles Moulin.
La
statua “scomparve” alcuni decenni fa, sostituita da una nuova, venne spostata
in altro luogo per esservi conservata. Gli interventi effettuati nel tempo
hanno progressivamente compromesso i caratteri originali tipici del Di Zinno.
L’artista campobassano, noto in primis per i Misteri del Corpus Domini, è
famoso per la plasticità ed il dinamismo che conferiva alle sue creazioni,
rispondendo magistralmente alle istanze artistiche della sua epoca. La
preziosità dell’opera in questione viene aumentata dal fatto che sarebbe il suo
unico gruppo equestre giunto fino a noi. A supporto dell’attribuzione ci sono
anche racconti della tradizione locale e, inoltre, nessuno conosce la teoria
della distruzione bellica. Dal canto nostro ci permettiamo di accostare al
santo Cavaliere un disegno del geniale campobassano, tratto dal testo di
Lattuada-Felice. Un “penna e matita su carta d’avorio” che ritrae “Santiago Matamoros”,
ovvero San Giacomo che sconfigge i mori nella battaglia di Clavio. In entrambe
le raffigurazioni appare (citando Valente) la “straordinaria potenza con la
quale il santo dal cavallo rampante colpisce” il nemico.
il "San Giorgio" di Scapoli e San Giacomo alla battaglia di Clavio |
Però,
accanto alla gioia “della statua ritrovata”, alberga la tristezza per il
disamore con cui Campobasso tratta i suoi più gloriosi figli. In città, infatti,
non v’è neppure una viuzza intitolata a Paolo Saverio Di Zinno. Il sospetto è
sempre che la mediocrità di noi posteri funga da deterrente, nel timore di un
insostenibile confronto con un avi di cotanta grandezza.
Santiago matamoros |
San Giorgio foto Franco Valente |
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