Il Quotidiano del Molise del 13 giugno 2013 |
di Paolo Giordano
Frascati bombardata |
Il 22 gennaio 1944 Frascati fu
pesantemente bombardata in “funzione” dello sbarco degli americani ad Anzio. Dopo
mesi di cruenti scontri all’alba del 4 giugno 1944 l’avanguardia della fanteria americana arrivò in città.
E’ in quei
giorni che si verificò l’episodio magistralmente raffigurato da Leo Paglione in
un suo quadro conservato nella Casa delle Figlie di Maria Immacolata di Campobasso,
una delle tante opere importanti che la città nasconde e di cui pochi conoscono
l’esistenza.
Infuriavano i combattimenti: fumo,
polvere, spari, boati, urla, sirene! Qualcuno bussò disperato al portone del
convento allarmando oltremodo le suore. L’ottantenne suor Brigida Maria Postorino
invitò alla calma e mandò ad aprire.
Erano due laceri e feriti soldati
tedeschi, che si catapultarono all’interno della casa con le armi imbracciate.
Si guardavano attorno impauriti come belve ferite… animali braccati e
pericolosi. L’anziana Madre li scrutò con i suoi ancora brillanti occhi neri,
intensi, da cui traspariva tutta la sua
personalità di donna volitiva, saggia e virtuosa.
l'opera di Leo Paglione |
La Fondatrice dell’Ordine,
che dal 1943 si era ritirata nella casa Frascati, pur se abbondantemente minata
nel fisico, li accolse amorevolmente invitandoli a sedere.
I due, lentamente,
si “spogliarono delle loro vesti da guerrieri” accasciandosi su delle sedie.
Suor Brigida cerco di rifocillarli con il poco che disponeva. Non poté offrir
loro che del vermouth e parole di conforto. Anche se nemici di guerra erano pur
sempre due figli di Dio. Come suoi stessi figli li rinfrancò ed ammonì,
pregando per loro e per la loro salvezza fisica e soprattutto spirituale. Le
consorelle erano terrorizzate dalle eventuali conseguenze di quelle due
presenze nel pieno della battaglia. Ma con amore e serenità la religiosa le
tranquillizzò.
Suor Brigida Postorino |
Il suo coraggio e soprattutto la sua Fede, erano stati spesso
dimostrati e messi a dura prova come nel 1934, quando subì un intervento
chirurgico, affrontato per sua stessa volontà senza anestesia "per
provare un po' i dolori di Gesù". Dopo aver ripreso fiato gli “ospiti”
si ri-incamminarono verso il loro destino, portando nel cuore l’esempio di
generosità e le sincere parole di quella mamma.
Come tale, infatti, la
Fondatrice dell’Istituto delle Figlie di Maria Immacolata aveva sempre
percepito la sua missione. Favorendo un percorso di “ammodernamento” del clero
soprattutto in quel meridione dove iniziò a “lavorare”. Infatti agli albori del
novecento la forte operosità di queste suore fu indirizzata, oltre che alla
cura delle anime, a lenire le piaghe che affliggevano il sud, in particolare l’analfabetizzazione
e la povertà. Ed ancor oggi con immutato spirito continuano a rivolgersi al
mondo intero preoccupandosi, come da sempre, anche dell’accoglienza di orfani e
di emarginati.
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