Il Quotidiano del Molise del 02 giugno 2013 |
di Paolo Giordano
Il Sannita di Enzo Puchetti |
La coincidenza tra Corpus Domini e “Festa
della Repubblica” (2 giugno 2013) molto probabilmente eviterà che quest’anno si
ripeta l’inopportuno spettacolo di bancarelle e stand gastronomici a ridosso
del monumento ai caduti in piazza della Vittoria. Sarebbe quanto mai
disdicevole se la parata delle autorità (per quanto oltremodo sobria a causa
della “concomitanza”), con conseguente deposizione di corone floreali, dovesse
scontrasi con l’aspetto prosaico di questi euforici giorni.
L’attuale Opera in ricordo dei Caduti è
l’obelisco del ligure Luigi Venturini (anno 1956). Nell’immaginario collettivo,
però, specialmente per i meno giovani, il vero Monumento è il guerriero Sannita
del campobassano (di padre larinese) Enzo Puchetti. Ai posteri poco o nulla, purtroppo,
ne resta: nessun “primo piano”, poche foto tra cui una alquanto particolare di Trombetta
(archivi Alinari) “narrante” la fase di costruzione; esiste un suggestivo brevissimo
filmato dell’Istituto Luce (visibile su “you tube”) in cui re Vittorio Emanuele
viene accolto festante in Campobasso per l’inaugurazione ed infine l’inossidabile
nostalgia di coloro che lo videro dominare, dalla fine del Corso, su tutta la
zona murattiana.
Foto Chiodini |
“Il monumento che nella sua parte
principale è formato da due imponenti colonne, rappresentanti le date gloriose
1915-1918, è coronato da due grandi bronzee aquile: l’una volta ad occidente e
l’altra ad oriente, che denotano la potenza e l’impero, pronte a spiccare il
volo pel mondo, foriere dei magnifici destini d’Italia. Nel centro: un fiero
guerriero sannita, simbolo della nostra regione del Molise, già culla
dell’indomito popolo sannita che osò fino all’ultimo contendere a Roma la
supremazia d’Italia. Ai due lati: fontane dal getto poderoso, ricordano le
acque tinte da tanto sangue generoso, dell’Isonzo e del Piave.” Questa è l’entusiastica
descrizione dell’arciprete Angelo Tirabasso, riportata nella pubblicazione
“Campobasso onora i suoi caduti” (1931).
Il Sannita fu “smantellato fra il 1942 ed
il 1945, non sappiamo se riciclato in occasione della raccolta del ferro e
dell’oro per la guerra oppure buttato giù e fatto sparire in segno di disprezzo
per le opere del regime.” (Napoleone Stelluti – Almanacco del Molise, 1991). Al
legittimo dubbio sollevato dallo studioso di Larino aggiungiamo alcuni
conseguenti spontanei quesiti: le aquile ne seguirono la sorte? E -soprattutto-
quale è stato il destino delle colonne e delle due fontane che erano ancora in
loco fino alla realizzazione del nuovo?
Meriterebbe produrre uno studio, dalla
genesi alla rimozione, sulle vicende del guerriero di Puchetti, in un certo qual
modo sminuito dal Re stesso che “avrebbe brontolato: non vestivano mica così i
miei soldati!” (Venanzio Vigliardi – Trent’anni sotto il Monforte, 1982)
Certo non vengono in aiuto né la
distruzione nel 1943 di tanto materiale, per lo più cartaceo, né la scarsa
facilità (dicitur)
di accesso agli archivi
comunali. Determinanti, come sempre, saranno eventuali carteggi in possesso di
privati!
"fermo immagine" dal filmato dell' Istituto Luce |
In Molise (in Italia?) erano solo due i
monumenti raffiguranti un Sannita: quello di Pietrabbondante e quello di
Campobasso. Molti manufatti non furono sfiorati dalle esigenze belliche e si
salvò anche quello altomolisano, simbolo -fortemente amato- dell’identità di un
Popolo. Come mai, invece, il nostro fu fagocitato dalla guerra? Viene da
pensare che forse fu proprio la scelta (coraggiosa ed un po’ rivoluzionaria) di
un tema così sfrontatamente anti-romano, in un epoca di retorica e fanatismo, a
decretare da subito la condanna a morte di quel guerriero loricato con elmo,
daga e scudo.
Ma la Storia è bizzarra e sorprendente,
sempre pronta a stupirci. Per cui vogliamo credere che, prima o poi, salterà
fuori un’informazione, o qualche indizio, determinati per le indagini sul capolavoro
scomparso di Enzo Puchetti.
Le due Aquile : "fermo immagine" dal filmato dell' Istituto Luce |
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