Il Quotidiano del Molise del 07/09/2011 |
Un giudizio sui lavori di recupero/ricostruzione dell’ex G.I.L. a Campobasso deve necessariamente essere rimandato ad un secondo momento. L’entusiasmo o la delusione della fase iniziale sono sempre pessimi consiglieri. Di primo acchito, però, viene da chiedersi perché non sia stata ripristinata la scritta “Gioventù Italiana (del Littorio)”. Ma quel che manca di più ai campobassani sono i “Libro e Moschetto” presenti sulla struttura. Assolutamente non vi si sarebbe ravvisata l’apologia di reato. Si sarebbe solo mantenuta una decorazione emblematica del tempo e della tipologia di edificio.
una vecchia foto scattata qualche giorno prima dell'entrata in azione delle ruspe |
Caro Paolo
RispondiEliminain questo articolo ipotizzavi che la rimozione dalla facciata della ex-G.I.L. del famoso simbolo del ventennio, "libro e moschetto fascista perfetto", avrebbe potuto creare delle critiche, sul riproporre una struttura architettonica del periodo fascista, priva di un elemento caratteristico dal punto di vista storico, di conseguenza una “copia” poco fedele all’originale, distrutto dai pruriti di cementificazione selvaggia, che imperversano nella nostra città. Ti dirò che ci sei andato molto vicino, ma in senso contrario a quello da te previsto. Infatti ieri ascoltando il TG 3 Molise delle 14,00, vi è stata la lettura di un comunicato, in cui l'organizzazione dell'ala giovanile di Rifondazione Comunista, attaccava a testa bassa la scritta G.I.L., che campeggia su un lato della costruzione di Via Roma, indicata pressappoco come retaggio oscuro di un periodo storico nefando per l'Italia e vera offesa per tutti coloro che combattendo nella resistenza hanno perso la vita per donare ai posteri un futuro di democrazia, nonché espressione lampante di revisionismo storico. Tu sai bene che io non posso certo essere annoverato fra i simpatizzanti del fascismo, e conosci anche il mio amore per la storia, che non sia mera retorica di parte. La storia è una scienza, oserei dire esatta, che non può essere usata a proprio piacimento, tirandola da un lato o dall'altro come un plaid, per coprire le bugie sfacciate degli uomini. La storia si basa su dati concreti, risultanza dello studio critico della documentazione esistente, e non su facili stereotipi pronti per essere gettati, all’occorrenza, in faccia alla "massa", come granaglie ad un branco di affamati tacchini! Perchè la "massa" ha bisogno, ed ha fame ,di verità e realtà non di favole e saghe più o meno eroiche! I fatti, purtroppo, non sono noti se non parzialmente, e quello che troppo facilmente si etichetta come "revisionismo storico" è, la maggior parte delle volte, proprio la ricerca della verità nuda e cruda, che può fare anche molto male, fino a mandare in frantumi convinzioni tanto ormai da troppo tempo radicate nella convinzione comune, quanto fragili nella loro parzialità, come un soprammobile di porcellana bello a vedersi ma fragilissimo nella consistenza. Quindi mi piacerebbe rispondere a questi giovani di Rifondazione, che la storia non si fa con i punti di vista preconfezionati, ma negli avvenimenti storici si va fino a fondo nell’analisi, qualunque sia l’appartenenza politica e il risultato finale, vedasi l’opera, troppe volte bistrattata come quella di un traditore della propria ideologia, di recupero della verità storica fatta da un uomo di sinistra come Giampaolo Pansa.
(il commento continua.....?
seconda parte del commento
RispondiEliminaQuindi ad un vero esame storico, scevro da preconcetti, potrebbe affiorare, oltre all’indubbio sacrificio degli uomini della resistenza, non solo di idee di sinistra, per riscattare il proprio paese e portarlo alla democrazia, dopo la caduta del fascismo e il nefasto 8 settembre del 43’, e i crimini di guerra contro la popolazione civile perpetrato dalle truppe naziste e dai fascisti, nel pieno di una violenta guerra civile, ad esempio, purtroppo, anche la collusione di molti partigiani comunisti (vedasi la Brigata Garibaldi) con quelli titini per il controllo e l’acquisizione alla Jugoslavia della zona di Trieste, a tutti gli effetti italiana, con tutto il conseguente strascico che comportò una vera e propria pulizia etnica. Deportazione di civili italiani, non solo soldati o fascisti, in campi di concentramento Jugoslavi o peggio ancora fatti “sparire” nelle foibe. Guerra dichiarata alle altre fazioni partigiane italiane, che fossero di orientamento politico differente, vedasi il massacro di Portzius. Da non dimenticare inoltre quello che è stato, all’indomani della fine del conflitto, il tragico triangolo rosso in Emilia, dove furono letteralmente giustiziati, da ex-partigiani di sinistra, uomini di altra collocazione politica, anche in questo caso non solo fascisti, e dove questa sorte di epurazione continuò per molti altri anni dalla fine della guerra , tutto nel nome dei preparativi di una rivoluzione popolare che non arrivò mai. Quindi sembra che la storia degli avvenimenti, accaduti durante e subito dopo il conflitto mondiale, sia più articolata e complessa di quanto non ci si sia sforzati di far credere agli italiani in settant’anni di Italia repubblicana. In una guerra mondiale spietata, sulla cui si innestò una sanguinosa guerra civile tutta italiana, dove non venne risparmiato niente e nessuno, con nefandezze perpetrate da una parte e dall’altra degli schieramenti, risulta molto complicato distinguere con certezza assoluta chi siano stati tutti i buoni e chi tutti i cattivi, se non si vuole peccare di superficialità nella più positiva delle critiche, o di faziosità e cattiva fede, nella peggiore. Il discorso non cambia molto anche per tutto quello che è stato il prodotto di un periodo storico, compresa l’architettura. Nel bene e nel male, la storia dell’uomo è stata impressa nella pietra, nei documenti e anche in tutti i suoi manufatti e prodotti artistici e architettonici, ed in modo indelebile. Folle appare volere ostinarsi a cancellare tutto ciò che potrebbe risultarci sgradevole, o contrario alle nostre idee. Sarebbe nel generale un grave torto nei confronti di tutta la storia dell’umanità, e nel particolare un offesa alla verità storica dei fatti. Vi è un altra poco edificante immagine storica che mi sovviene, a questo proposito, e che può riassumere in se questa poca edificante ideologia di iconoclastia culturale. Ed è quella, quando nelle pubbliche piazze, sottoposta alla visione “esemplare” ed al ludibrio collettivo, in pompa magna di gagliardetti e divise e timpani, si gettavano, con fare solenne e soddisfatto, al rogo, libri, documenti, spartiti di musica, copioni di opere teatrali, e tutto ciò che nazisti e fascisti consideravano “spazzatura intellettuale” e “arte degenerata”. Se ci ostiniamo a riproporre, in chiave moderna, questi errori madornali, allora vuol dire che la storia non ha proprio insegnato niente agli uomini e si è volutamente negato il suo valore di maestra di civiltà.
Caro Roberto,
RispondiEliminati ringrazio del tuo commento.
Mi permetto solo di fare due appunti.
1) il mio ragionamento era che non ha senso eliminare ciò che potrebbe essere accettato per il suo valore storito/architettonico (indipendentemente dal significato ideologico) per sostituirlo con un falso, che potrebbe (questo sì)anche risultare offensivo.
2) il tuo ragionamaneto, articolato ed attento, rischia di non essere letto proprio perchè troppo articolato e ricco di spunti.
Ecco... diciamo... mai mettere troppa carne a cuocere, altrimenti rischiamo di non essere letti.
Che ne pensi?
Prima di tutto ti ringrazio per essere riuscito ad adattare quello che ti ho scritto allo spazio disponibile nei commenti. Poi ti dirò che hai ragione sulla lunghezza di quello che ho scritto, la vita convulsa e da corridori che caratterizza i nostri giorni impone ritmi esasperanti anche alla semplice lettura. Ma……c’è un ma….. Tu mi conosci bene e sai come io, comunemente taciturno, diventi stranamente prolisso quando mi trovo a parlare di qualche cosa che mi stimola particolarmente, o stuzzica la mia curiosità , o mi rende particolarmente critico. Io non sono certo un professionista in campo storico, e quello che scrivo potrebbe essere anche facilmente confutato. Ma la storia è così interessante e sempre attuale, (sembrerebbe un paradosso ma solo apparente) che secondo me vale la pena di stare qualche minuto in più a leggerla a scoprirla e a ragionarci un pò su. Perchè tutto quello che è ed è stato, o ci vuol essere propinato a suon di retorica e concetti stereotipati, a ben guardare non è poi così semplice e veritiero come potrebbe apparire.
RispondiEliminaRoberto