il Quotidiano del Molise del 21 maggio 2013 |
di Paolo
Giordano
pietra lavorata all'angolo di San Leonardo |
“E’ bello scoprire gli angoli nascosti
della propria città”!
Mai modo di dire ha avuto un significato così letterale,
come questo, nel caso della chiesa di San Leonardo a Campobasso. Infatti in un
angolo nascosto, a sinistra di chi guarda, è collocata, tristemente coperta da
un tubo pluviale, una pietra lavorata. La forma, il disegno e le dimensioni
lascerebbero intendere che essa sia il “davanzale” della monofora che
caratterizza la facciata del luogo di culto.
Entrambe potrebbero da sempre appartenere
all’edificio in questione ed esservi state ricollocate a seguito di crollo o
demolizione. Oppure essere effetto di un “riciclo”, dopo la distruzione di una
diversa struttura che le ospitava in origine. Quel che aumenta la curiosità è
la loro somiglianza con l’agnello crocifero di San Giorgio. La decorazione
floreale è molto simile ed è, pertanto, stimolante supporre che siano figlie
della stessa mano.
A rafforzare l’ipotesi che tutti i
manufatti possano provenire da uno stesso fabbricato c’è quanto asserito dal Gasdia
relativamente alla “primaziale”:
“Su la porta un timpano semicircolare, con il vuoto per collocarvi una lunetta
scolpita, che nessuno vi pose fino al 1937 circa, quando il podestà Pistilli
pensò di collocarvi quella lunetta che da secoli giaceva in terra, perché più
grande dell’alloggiamento apprestatole nel timpano. Ma questa lunetta fu
veramente scolpita originariamente per san Giorgio, o non proviene, piuttosto,
dalla chiesa demolita di san Michele Arcangelo o, meglio ancora, da quella di
Santa Croce de Baptente?”
fotografia Chiodini da "Campobasso capoluogo del Molise" (ed. Palladino) |
In una fotografia Chiodini, pubblicata
nel primo volume “Campobasso Capoluogo del Molise”, è chiaramente visibile la
lunetta scolpita adagiata, prima della sua collocazione, contro il muro della
chiesa.
Indubbiamente l’antico monumento
romanico, dedicato al Megalomartire, ha come suo “biglietto da visita” proprio
quel bassorilievo.
Destabilizza -quindi- pensare che gli antenati conobbero
(ovviamente) un’altra Città e ciò che noi moderni riteniamo verità assolute
sono solo un “momento” nella Storia dell’uomo.
Tutto cambia costantemente, nulla
vi è di immutabile, ma purtroppo la convinzione (presunzione o paura della
Fine?) di essere padroni del tempo ci rende sordi, ciechi e pigri.
Sordi perché ci rifiutiamo di ascoltare
quello che Campobasso ha da raccontarci; ciechi perché evitiamo di vedere quanto
la stiamo abbruttendo; pigri perché non sempre tuteliamo, come dovremmo, le
poche (ma non scarse) Bellezze, valorizzandone le preziose risorse
storico-culturali.
monofora della chiesa di San Leonardo |
lunetta della Chiesa di San Giorgio |
Caro Paolo,
RispondiEliminacome te condivido quello che purtroppo comunemente la gente comune non vede perchè non abituata a conoscere e quindi apprezzare e di conseguenza, tutelare. Le pietre (ma non solo queste)parlano continuamente del nostro passato e rafforzano le nostre origini e l'identità senza la quale non possiamo appieno sentirci parte integrante di una terra,paese, comunità o nazione. Senza il passato non si può crescere ed affrontare un futuro talvolta incerto e preoccupante. Mi sembra qui appropriato citare a memoria un passo dell'Inno nazionale in cui se non sbaglio è scritto "non siam popolo, non siam Nazione". Senza l'identità storica, che racchiude in se tutti gli aspetti umani che vanno sotto le più comuni voci di tradizioni, cultura e società non si è in grado di stare al passo con i tempi e con le diverse sfide che il mondo globalizzato ci propone. Apprezzo molto il tuo contributo (a cui spero seguiranno molti altri)per far conoscere e scoprire ai Campobassani (e non solo)la propria casa, dove ogni giorno vivono e passano, spesso dimentichi delle proprie peculiari origini.Buon Lavoro!
Stefano Vannozzi "Cerciensis"
Grazie!
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