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giovedì 30 maggio 2013

Le chiese di San Giorgio e San Leonardo in Campobasso: pietre e "frammenti" di altre storie leggibili sulla facciata delle chiese cittadine

il Quotidiano del Molise
del 21 maggio 2013

di Paolo Giordano

pietra lavorata
all'angolo di
San Leonardo
“E’ bello scoprire gli angoli nascosti della propria città”! 
Mai modo di dire ha avuto un significato così letterale, come questo, nel caso della chiesa di San Leonardo a Campobasso. Infatti in un angolo nascosto, a sinistra di chi guarda, è collocata, tristemente coperta da un tubo pluviale, una pietra lavorata. La forma, il disegno e le dimensioni lascerebbero intendere che essa sia il “davanzale” della monofora che caratterizza la facciata del luogo di culto.
Entrambe potrebbero da sempre appartenere all’edificio in questione ed esservi state ricollocate a seguito di crollo o demolizione. Oppure essere effetto di un “riciclo”, dopo la distruzione di una diversa struttura che le ospitava in origine. Quel che aumenta la curiosità è la loro somiglianza con l’agnello crocifero di San Giorgio. La decorazione floreale è molto simile ed è, pertanto, stimolante supporre che siano figlie della stessa mano.
A rafforzare l’ipotesi che tutti i manufatti possano provenire da uno stesso fabbricato c’è quanto asserito dal Gasdia relativamente alla “primaziale”: “Su la porta un timpano semicircolare, con il vuoto per collocarvi una lunetta scolpita, che nessuno vi pose fino al 1937 circa, quando il podestà Pistilli pensò di collocarvi quella lunetta che da secoli giaceva in terra, perché più grande dell’alloggiamento apprestatole nel timpano. Ma questa lunetta fu veramente scolpita originariamente per san Giorgio, o non proviene, piuttosto, dalla chiesa demolita di san Michele Arcangelo o, meglio ancora, da quella di Santa Croce de Baptente?”
fotografia Chiodini  da "Campobasso
capoluogo del Molise" (ed. Palladino)
In una fotografia Chiodini, pubblicata nel primo volume “Campobasso Capoluogo del Molise”, è chiaramente visibile la lunetta scolpita adagiata, prima della sua collocazione, contro il muro della chiesa.
Indubbiamente l’antico monumento romanico, dedicato al Megalomartire, ha come suo “biglietto da visita” proprio quel bassorilievo. 
Destabilizza -quindi- pensare che gli antenati conobbero (ovviamente) un’altra Città e ciò che noi moderni riteniamo verità assolute sono solo un “momento” nella Storia dell’uomo. 
Tutto cambia costantemente, nulla vi è di immutabile, ma purtroppo la convinzione (presunzione o paura della Fine?) di essere padroni del tempo ci rende sordi, ciechi e pigri.
Sordi perché ci rifiutiamo di ascoltare quello che Campobasso ha da raccontarci; ciechi perché evitiamo di vedere quanto la stiamo abbruttendo; pigri perché non sempre tuteliamo, come dovremmo, le poche (ma non scarse) Bellezze, valorizzandone le preziose risorse storico-culturali.

monofora della chiesa di San Leonardo
lunetta della Chiesa di San Giorgio



2 commenti:

  1. Caro Paolo,
    come te condivido quello che purtroppo comunemente la gente comune non vede perchè non abituata a conoscere e quindi apprezzare e di conseguenza, tutelare. Le pietre (ma non solo queste)parlano continuamente del nostro passato e rafforzano le nostre origini e l'identità senza la quale non possiamo appieno sentirci parte integrante di una terra,paese, comunità o nazione. Senza il passato non si può crescere ed affrontare un futuro talvolta incerto e preoccupante. Mi sembra qui appropriato citare a memoria un passo dell'Inno nazionale in cui se non sbaglio è scritto "non siam popolo, non siam Nazione". Senza l'identità storica, che racchiude in se tutti gli aspetti umani che vanno sotto le più comuni voci di tradizioni, cultura e società non si è in grado di stare al passo con i tempi e con le diverse sfide che il mondo globalizzato ci propone. Apprezzo molto il tuo contributo (a cui spero seguiranno molti altri)per far conoscere e scoprire ai Campobassani (e non solo)la propria casa, dove ogni giorno vivono e passano, spesso dimentichi delle proprie peculiari origini.Buon Lavoro!

    Stefano Vannozzi "Cerciensis"

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