di Paolo Giordano
Con regio decreto del
1856 fu approvato un regolamento edilizio che in un suo capitolo affrontava “l'abbellimento
della città” stabilendo le regole per salvaguardarne e favorirne il
"decoro". In quegli anni nacque villetta Flora realizzata su largo
san Lazzaro, conosciuto precedentemente come “le vignarelle” perché, appunto,
coltivato a viti. Al centro dell’area verde c’è una fontana con vasca
circolare, polo d’attrazione per i bimbi desiderosi di ammirare i pesciolini che
vi nuotano. Il laghetto è dominato dalla statua di Flora (opera di Giuseppe
Prinzi da Messina datata 1873) posta su un basamento lapideo a sua volta sorretto
da uno rustico coperto di verzure. Il giardino, progetto di Eduardo De Giorgio,
fu inaugurato il 4 agosto 1873 e come scrisse “il Popolo Molisano” (1921) “signore
e fanciulli passano, numerosi, intere ore a godere con la più gradevole
freschezza un igienico riposo” nel sito che per i campobassani era “come un
autentico ed elegante chalet”…
E proprio per una letterale interpretazione del
temine, ma in pieno contrasto con le regole del decoro urbano, da giugno è
stato ivi montato un mini chalet, “distributore di creps”, che per sua maggior
stabilità appoggia addirittura sulla recinzione in ferro della vasca. A questo
punto, oltre che a godere del fresco, i passanti, che già respirano gli
“ottimi” gas di scarico degli autobus, possono nutrirsi di gustose leccornie. Non si vuole contestare tout court la presenza della struttura, ma forse la si sarebbe potuta collocare diversamente....
L’unica a manifestare, con inascoltata fermezza, la
propria perplessità è Flora, che con la mano sembra voler dire: “Oh… ma che
c’avete in testa?!”