Il Quotidiano del Molise del 21 agosto 2010 |
di
Paolo Giordano
Ferdinando II di Borbone |
Non
è raro incontrare, nei paesi meridionali, delle vecchine che spazzino dinanzi
alla propria abitazione.
Viene
da pensare che suppliscano ad una carenza istituzionale, ma la realtà potrebbe
essere ben diversa.
Nel
1832 fu emanata una legge, composta da 12 articoli, per la raccolta delle
immondizie in tutto il regno delle Due Sicilie.
I
Sovrintendenti, constatata la grande popolosità delle maggiori città, e le
frenetiche attività artigianali svolte nei vicoli, avevano segnalato al re la necessità
di legiferare in materia.
Dall’interazione
tra i vari apparati statali nacque il primo regolamento ante-litteram sulla
raccolta differenziata ed a farlo rispettare furono preposti i Prefetti di
polizia.
Le
sanzioni erano certe, chiare e prive di scappatoie: “Art.10 - Ogni contravvenzione al disposto nei
precedenti articoli, sarà punita con pena di detenzione e ammenda di Polizia
a seconda dei casi”.
Con
la nuova norma, sia stimolando il senso civico, sia prospettando sanzioni
penali, si voleva coinvolgere ogni singolo cittadino, perché collaborasse
integrandosi con il servizio pubblico per lo smaltimento.“ (...) obbligo di
far ispazzare la estensione di strada corrispondente al davanti della
rispettiva abitazione, bottega cortile ecc. per lo sporto non minore di palmi
10 di distanza dal muro e dal posto rispettivo. Questo spazzamento dovrà essere
eseguito in ciascuna mattina prima dello spuntar del sole, usando l'avvertenza
di ammonticchiarsi le immondizie al lato delle rispettive abitazioni, e di separarne
tutti i frammenti di ferro, di cristallo o di vetro che si troveranno
riponendoli”.
Poiché
gli addetti alla raccolta trasportavano i rifiuti indistinti caricandosi in
spalla grossi sacchi di canapa, bisognava, per tutelare l’incolumità degli
operatori, separare l’umido dal ferro e dal vetro.
Questi
ultimi due materiali, poi, venivano accuratamente ritirati da “uomini e carri
autorizzati” per il loro ”ammucchiamento”, recuperando così, due preziose
materie prime importate dall’estero.
Alla
luce di questa interessante scoperta d’archivio, è d’obbligo associarsi a chi
si è già posto una provocatoria una domanda:
per organizzare una corretta ed efficace
raccolta differenziata non sarebbe più proficuo incaricare degli archivisti,
piuttosto che degli ingegneri?
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