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giovedì 4 ottobre 2012

ADA TROMBETTA, vestale paziente e devota. Novant'anni vissuti tra ricordi e sete di conoscenza.

Il Quotidiano del Molise
del 03/10/2012



di Paolo Giordano

“L’arte molisana deve essere conosciuta prima ancora che studiata” (A. Monciatti). E’ forse questa la frase che meglio sintetizza i 90 anni di Ada Trombetta compiuti il 21 settembre 2012. La sua famiglia è da sempre legata alla storia, alla cultura, alle arti visive… alla Fotografia.
Il capostipite, nonno Antonio, ed il suo “erede”, papà Alfredo, non hanno nulla da invidiare agli Alinari. Il peso di tale lignaggio probabilmente ha rischiato di offuscare (ad occhi profani) la luce propria di cui risplende l’ultima discendente, che invece “conquista” di persona il Molise: gira, viaggia, scopre, scala, cataloga, fotografa.
Anche quando usa materiale paterno lo fa “stampando inediti” come nel caso di “1943-1944… e fu guerra anche nel Molise”, le cui immagini sono “vetrini” mai sviluppati. 
Ada tra le macerie del 1943
L’adolescente Ada, la professoressa Trombetta, la non più giovane Preside senza mai far vanto del suo appartenere al gentil sesso, ha prodotto libri pregevoli e di vario genere (finanche antropologici) frutti di lunghe capillari indagini sul territorio, incontrando, ascoltando ed intervistando le più disparate categorie: dai parroci ai sindaci, ma soprattutto gli anziani, detentori delle più preziose memorie. Con i suoi scritti ha “fotografato”… meritevolmente “congelato l’attimo”, consegnandoci degli archivi unici da cui acquisire conoscenza anche di opere andate distrutte o rubate.
E’ grazie a lei che alcune di esse sono state salvaguardate, come la Madonna del Piede di Isernia, ed altre recuperate, come la madonna di Costantinopoli di Pietracatella. Decine (se non centinaia) di fotografie provano che la Trombetta è da sempre testimone di accadimenti pubblici e familiari. 
Ada ed il fratello Antonio
 al matrimonio di Bigi
Lo fa nel ruolo di protagonista quando ritira premi e benemerenze o presenta i suoi lavori; è invece “non protagonista” in quelle manifestazioni dove la si incontra in divisa da giovane italiana o in veste di studentessa ed infine compare, quasi “folletto” curioso il cui capino spunta nella selva di corpi, in occasioni private come il matrimonio di Bigi, uno degli intellettuali che nei decenni frequentarono la casa paterna. Un’emblematica curiosità! Il soprintendente per i Beni storici artistici ed etnoantropologici, Daniele Ferrara, in tempi non sospetti ben lungi dalla sua nomina in Molise, scoprì la nostra Terra proprio con “Arte nel Molise attraverso il medioevo” scovato in una casa veneziana. E’ stato, quindi, un atto dovuto la conferenza che il 19 aprile 2012 il Ministero per i Beni Culturali le ha dedicato nella Biblioteca Albino in occasione della settimana della Cultura (14-22/04/2012).
Gli studi pionieristici della Trombetta hanno consentito alla produzione artistica medioevale molisana di affrancarsi dall’essere un’appendice di quella abruzzese. Relativamente alla scultura lignea, ad esempio, molte fotografie devozionali, come la Madonna della Libera di Campobasso, sono quelle “prodotte” da Ada, l’ultima ad aver studiato da vicino opere poste in luoghi anche inaccessibili, avviandone -in alcuni casi- il processo di recupero e valorizzazione. 
Sant'Angelo in Grotte:
opere di misericordia
 (cripta San Pietro in  Vincoli)
da "Arte nel Molise...."
Per quel che riguarda la pittura e la relativa committenza i suoi libri hanno contribuito a dare impulso a quel processo con cui si sta sempre più affermando che il Molise (Periferia) era fattivamente collegato al Centro politico e culturale (prevalentemente Napoli) da un prolifico interscambio e, quindi, non riduttivamente una povera ed improduttiva terra ai confini della realtà. Prove ne sono raffinati cicli pittorici (tra i tanti Rocchetta a Volturno, Sant’Angelo in Grotte, Jelsi e San Giorgio di Campobasso) dove sono evidenti non solo gli influssi ma anche le indiscutibili “somiglianze” con produzioni di alto e qualificato livello. All’instancabile Ada Trombetta, quindi, oltre agli auguri per il suo genetliaco deve andare l’eterna gratitudine (e non solo dei molisani) per l’operato di una vita intera in cui ha, tra l’altro, proficuamente “seminato”. Infatti già sono sbocciati i primi frutti in un miriade di appassionati e studiosi che, ricalcando le sue orme, bramano di dare opportuno lustro e giusto onore alla piccola ventesima regione.

Jelsi - cripta dell'Annunziata
scene della Passione
(Arte nel Molise...)

San Giorgio (Campobasso)
volta della cappella di San Gregorio
(Arte nel Molise....)

2 commenti:

  1. Salve,
    la foto ad inizio pagina con sopra la scritta "Paolo Giordano Campobassensis" a quale epoca corrisponde ?

    Saluti

    Cosimo

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  2. Caro Cosimo,
    inannzitutto deidero ringraziare perchè la doamnda mi ha offerto spunto per parlare di un interessante testo del 1858.
    http://paologiordanocb.blogspot.it/2012/10/il-molise-preunitario-monografie.html
    Quindi, senza tema di smentita, è da ritenere che l'immagine sia della prima metà del 1800.

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