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Il Quotidiano del Molise del 25 settembre 2012 |
di Paolo Giordano
L’imprevedibile mese di
settembre 2012 ha ospitato un affascinante evento culturale curato dallo
studioso Paolo Matrella: le visite guidate nella casa di Alfredo Trombetta per
ricordarne l’arte a 50 anni dalla scomparsa. Entrare nel regno dei Trombetta,
un autentico sito storico per il Territorio, è sicuramente suggestivo ed è
errata la supposizione di incontrare solo un “fotografo”.
Alfredo Trombetta fu artista
ed intellettuale a tutto tondo (pittore, ricercatore, docente, progettista, ispettore
per la tutela dei monumenti), ma soprattutto fu polo d’attrazione per la
cultura del tempo. Visitare la sua dimora consente, oltre che di ammirare la
sua produzione ed i successi tecnico artistici conseguiti, anche di entrare in
contatto con decine di personalità della cultura e della storia non solo locali.
Jerace, Puchetti, Menotti Bruno, De Lisio, Altobello, Michelangelo Benevento,
Bigi, Romeo Musa, Gasdia, Alfonso Perrella (con cui curò un progetto di
“itinerari turistici” in Molise) e moltissimi altri frequentarono queste stanze
in cui furono accolti con mecenatismo tanti giovani, tra cui Gino Marotta, dal
Nostro aiutati a “spiccare il volo”. L’intima amicizia è testimoniata da alcune
loro opere di proprietà della famiglia.
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Alfredo Trombetta |
Il Trombetta fu un grande esperto della
Fotografia tanto da essere autore di articoli su riviste specializzate e di
schede enciclopediche (Chirone, Piccola enciclopedia metodica italiana ed.
Bemporad). Tantissime sono state le attestazioni per la sua genialità: medaglie,
encomi, premi e riconoscimenti ufficiali non ultime le nomine a “Cavaliere” e
“Grande Ufficiale” della Corona e “Cavaliere dell’Ordine dei Santi Maurizio e
Lazzaro”.
Per l’uomo contemporaneo le fotografie in bianco e nero appaiono solo
romanticamente affascinanti, ma per l’epoca era l’unico modo per riprodurre il
“vero”. Nell’ammirarle attentamente si scoprono meticolosa ricerca e dirompente
sperimentazione. Prova ne è “La Fotografia Artistica”, rivista torinese bilingue
distribuita anche in Francia di cui fu collaboratore, che riporta un suo celebre
scritto sulle tecniche per fotografare i fiori. Ogni paesaggio immortalato contiene
le tonalità necessarie a trasmettere la bellezza della Natura. Al pari degli
attori del muto, costretti a coinvolgere gli spettatori con tutto il loro corpo
ad eccezione della parola, il fotografo doveva catturare il mondo creando
autentici dipinti, rinunciando però proprio al colore. Un discorso a parte,
ovviamente, merita la “fotopittura” con cui si superò tale limite.
Alfredo
fu un eccellente imprenditore della sua professione, uscì dagli angusti confini
regionali esportando i suoi capolavori anche all’estero: nel 1914 una
collezione di costumi molisani fu donata al console britannico di Napoli sir
J.A.Churchill Sidney e venne, poi, integralmente pubblicata su un numero
speciale della rivista londinese “The Studio” con il titolo Paisant Art in
Italy. Un curioso aneddoto è legato a questa raccolta di fotografie dipinte
donata sia al Re Vittorio Emanuele che alla regina Margherita. Il primo dei due
omaggi è tornato, dopo lungo peregrinare, a Campobasso offerto in regalo all’avv.
Alberto Pistilli Sipio. E’ stato così possibile ricostruirne “l’impaginazione
originale”, al contrario di tanti altri album privati invece del contenuto.
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Le Glorie Molisane del Risorgimento Italiano |
E’
arduo condensare il genio di Alfredo Trombetta e non si può omettere di parlare
dei suoi lavori etno-antropologici (legati anche agli eventi del 1911-primo
giubileo dell’Italia Unita) e dei suoi studi/progetti per monumenti come la cartolina
pro Croce Rossa del 1913 raffigurante le Glorie Molisane del risorgimento
italiano incastonate in una “fusione” di vestigia molisane (Larinum, Saepinum,
Venafrum). Spontaneamente viene da chiedersi che fine farà l’immensa ricchezza
di Casa Trombetta. Il pensiero vola subito alle fotografie degli ingegni del Di
Zinno, forse la serie più nota. Esse, raccolte nella cornice che ospitò il
gigantesco ritratto del duca d’Aosta (foto pubblicata su “L’Illustrazione
Italiana” in occasione delle presa di Gorizia nel 1916), sono state donate al
Comune di Campobasso, ma purtroppo giacciono in una “stanza d’ufficio tra
scartoffie” e cancellerie. Si confida, quindi, principalmente nella tenacia
della novantenne Ada e nella perseveranza indomita del Matrella, pur avendo però
ancora davanti agli occhi la tragedia consumatasi esattamente un anno fa con lo
svuotamento, nel totale disinteresse delle Istituzioni, dello storico Palazzo Salottolo/Cannavina!
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veduta del borgo antico
di Termoli (1910) |
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"Dopo il tramonto" di Alfredo Trombetta |
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