Il Quotidiano del Molise del 09 ottobre 2012 |
di
Paolo Giordano
Dell’acceso
dibattito, generato dall’elemento di arredo urbano posto all’incrocio tra corso
Mazzini e via Garibaldi in Campobasso, merita menzione quanto affermato su
facebook da Luca L.: “è l’erede della fontana di Cacciapesce!”.
In
effetti la monumentale fontana, oggi relegata in fondo a Corso Bucci, senza
acqua né illuminazione, originariamente era ubicata proprio in questa area
della città: una rara, ed ai più sconosciuta, fotografia ce ne offre
testimonianza. Essa fu smontata per consentire la realizzazione del Seminario
Diocesano. Il vescovo monsignor Alberto Romita ne consigliò lo spostamento
oltre che per favorire i lavori di costruzione anche a causa della vasca
antistante alla Fontana stessa che, quindi, “serviva da pubblico lavatoio e la
vasca è fonte di malattie con grosso pericolo per l’igiene pubblica. E’
antigienica, coperta di maleodoranti alghe, ottima cultura per larve di
zanzara. La zona si bonificherebbe anche moralmente, poiché tra la fitta
vegetazione e gli alti alberi vi si danno convegno coppiette di innamorati.” Cosa
direbbe oggi l’alto prelato del non meglio identificato oggetto sorto sulla
rotonda accanto alla Caserma dei Carabinieri?
L’ufo
in questione è stato definito: sarcofago, acquasantiera, barbecue, bidet, impluvium,
tinozza per favorire i pediluvi estivi, “callara per la salsa”, cubo da
discoteca, ehm... orinatoio e chi più ce ne ha, ce ne metta! Brutto… è brutto,
e pare (con delusione dei trafficanti) che non sia neanche di rame, bensì
semplicemente “ramato”. Quel che indigna maggiormente il popolo degli
internauti è il suo costo che non si suppone certo ridotto e contenuto. Ma
amministratori e progettisti tirano dritto, sicuri del fatto loro e non curanti
di critiche e sberleffi, ben guardandosi dall’affrontare un confronto e
spiegare di che si tratti realmente.
thermopolium scavi di Ercolano |
Ebbene,
carissimi lettori, ve lo diremo noi! Siamo dinanzi ad un “thermopolium”, antico
luogo di ristoro in uso presso i Romani, dove era possibile acquistare cibi
pronti per il consumo. In un locale di piccole dimensioni v’era con un bancone
con incassate grosse anfore di terracotta contenenti le vivande: insomma l’antesignano dei moderni
fast food.
I
campobassani, quindi, prigionieri di una città sempre più congestionata,
bloccati nel traffico di punta, potranno ristorarsi di bevande e cibarie, ingannando
così i tempi di lunga ed estenuante attesa.
il thermopolium di Campobasso |
scavi di Pompei |
Signor Paolo si vede che l'opera su citata è stata gradita anche dal vescovo d'altronde non può ignorarla perché è di fronte a lui. Forse che è stata suggerita proprio da lui per abbellire la sua visuale con compiacimento del sindaco e dell'assessore cefaratti per prendere più voti alle prossime o imminenti elezioni? Il vescovo tace perché gli hanno elargito un altro contentini economico? chissà!
RispondiEliminaPremesso che mi lusinga l'attenzione con cui segue i miei scritti, la ringrazio per l'attivo e costante dialogo.
RispondiEliminaMi permetta, però, un'osservazione.
Devo riconoscere che ha molte remore sull'arcivescovo... anzi direi quasi ben poca stima....
Deve averla amareggiata, delusa o comunque contrariata fortemente!?!?
Signor Paolo non è questo il fatto ma giàcché il vescovo parla sempre su tutto tanto è vero che molte voltre sia il segretario di stato del vaticano (cardinal Bertone) che il presidente CEI Bagnasco lo bacchettano e riprendono( vedi trasmissione radiouno bloccata dalla segreteria di stato per quello che bregantini voleva dire), mi pare strano che non intervenga su ciò che ha sotto casa sua e che fa finta di non vedere (dove vuole lui). Non so perchè coma fa sempre ad esprimere pareri non si è espresso anche su questa bruttura di arredamento urbano. Quando gli conviene il vescovo non parla? Allora non è vero che è sempre paladino della verità? D'altronde a Campobasso tutti si lamentano di lui e non vedono l'ora che se ne vada definitamente però c'é chi lo fa in silenzio e chi mugugna.
RispondiEliminaPuò qualcuno essere paladino della verità?
EliminaSi può tentare. Si può anelare, ma non lo si può essere in assoluto.
Ha ragione nel sostenere che è meglio parlare, difendendo le proprie idee, che mugugnare.
Prendo atto delle sue osservazioni. Meglio così allora poichè sembrava quasi che ci "fosse una questione personale".
In merio all'UFO non è tanto la bruttuzza quanto il costo che lascia perplessi. Io condivito la canalizzazione del traffico, ma mi chiedo dove si siano presi i soldi considerato che le casse "sono vuote".
Ecco... in questo caso mi chiedo se non si sarebbe potuto far altro con quegli euro.
Signor Paolo però in merito alla non presa di posizione del vescovo che ne pensa? Forse anche lui tace perché ci mangia? Ha visto la conferenza stampa sulla sponsorizzazione della Banca Popolare di Novara? Le sembra forse pertinente alla missione di un vescovo(ha aperto il conto corrente ed ha contributi dalla banca non si capisce per fare cosa)o dovrebbe come conviene preoccuparsi delle pecorelle del gregge affidatogli che si stanno disperdendo vedendo il suo operato? Un vescovo che dichiara di essere dalla parte degli!"ultimi" e poi sponsorizza di persona dei banchieri per fare clientela alla banca non le sembra un ipocrita? O che difende dei politici mettendosi "lui stesso dichiarato giornalista" contro l'informazione degli sprechi della politica regionale a difesa dei suddetti spreconi politici? Penso che ha dei buoni contentini economici per fare questo. Lei che pensa al riguardo?
RispondiEliminaSignor Paolo quanto precedentemente da me detto circa il commento dell'Arcivescovo sulle trasmissioni relative al Molise, non è per un'antipatia verso il prelato, ma perché provengo da una generazione di giornalisti,a livello nazionale e non azzecca garbugli,fin dal mio bisnonno,che per i suoi scritti ebbe a soffrire angherie e sofferenze,ma certo non tornò mai indietro,e poi la storia gli ha dato ragione. Così come mio nonno e a scendere.Ben quattro generazioni,e torno a ribadire non a livello locale.I giornalisti devono esprimere ciò che sentono,che sicuramente non è su fantasia,ma certamente su fatti e prove,che poi piano piano vengono alla luce e si dimostrano veritieri.Non è dunque da un giornalista esprimere critiche sui colleghi solo perché toccano il proprio orticello.Anche a me fa male sapere che il Molise non è esente da problemi,ma non certo per questo asserisco che non si debba sapere.Ritorneremmo così a più di sessantanove anni fa.E certo non abbiamo sofferto tanto per nulla.Ritengo invece più opportuno che come giornalista l'Arcivescovo,metta in evidenza anche lui le tante cose che in questa Regione non vanno, perché è stando in prima linea che si merita l'onore.
RispondiEliminaLa conclusione del suo commento è deflagrante.
EliminaMi permette di passare ad altro argomento? E non per sminuire, ma perchè d'altro mi interesso "giornalisticamente" e penso che lei possa essermi d'aiuto. La nostra storia scompare, ingoiata dall'oblio in cui la si scaraventa (deliberatamente o meno).
Vittima ne sono ad esempio le famiglie storiche di Campobasso. In questi giorni mi ha assalito una "fissa" sullo stemma della famiglia Salottolo.
Mi piacerebbe confrontarmi con lei su questo ad altri punti, ma non lo si può fare sul blog.
Se le può far piacere ecco il mio idirizzo mail paolo.giordano2009@libero.it. "In privato" si potrà ragionare liberamente.... Attendo un suo riscontro positivo.
Forse sono stato un pò troppo duro con l'arcivescovo ma penso che se lo merita abbondantemente anche perché è un giornalista improvvisato. Cosa le interessa in particolare sulla famiglia Salottolo e per quale motivo? Se mi fa sapere qualcosa penso di poterla aiutare. Lei intanto ha saputo qualcosa sul de capoa? Nel de capoa troverà sicuramente i documenti per risolvere il suo problema sullo stemma dei salottolo.Chieda l'accesso a questi documenti e risolverà molti dubbi. Lo stemma dei salottolo è anche a san giovanni battista lateralmente l'altare omonimo, ed anche all'interno dell'ufficio postale centrale. Se ha delle richieste specifiche mi faccia cortesemente sapere ciò che le può interessare.
EliminaSinceramente mi dispiace che il mio invito non sia stato raccolto.
EliminaIl problema dello stemma è:
In via Ziccardi sono due lupi ed un fiore.
In via sant'Antonio sono tre fiori due animali che dovrebbero essere lupi, ma sembrano leoni ed un sole che appare sulla sinistra guardando e Boffa nel suo volume parla di palazzo Mazzarotta.
In via Cannavina due? (è ben sporco) ed un albero.
Nella chiesa di san Giovanni ci sono sia quello di via Ziccardi con tanto di elmo e sia un altro.
Perchè tali differenze?
Poi sarebbe interessante recuperare la storia di una famiglia di cui poco si trova nei testi (come del resto pedr tutte le altre).
Lo stemma della famiglia salottolo è quello del leone rampante che si può notare nello stemma della cappella interno al palazzo cannavina,è l'unico e l'originale.Per vedere meglio si potrebbe vedere l'immagine del figlio della contessa marianna de capoa, tela a grandezza naturale bisogna vedere però che fine ha fatto. In quanto molti mobili del de capoa erano della famiglia salottolo. La tovaglietta del tavolino nella raffigurazione del figlio di marianna de capoa porta anch'essa lo stemma originale dei salottolo quello appunto del leone rampante. Per la storia riguardante la famiglia salottolo la fonte può essere solo la documentazione presente nel de capoa, veda un pò se riesce ad avere l'accesso a questi atti e si informi dove sono finiti. Se sono spariti lo si sarà fatto a posta per non sapere la verità. Si ricordi però che in tribunale è stato consegnato l'albero genealogico della famiglia de capoa e salottolo e lì potrà trovare molte informazioni come pure all'archivio di stato e all'archivio notarile attraverso il nome del notaio picucci. Anche al cimitero sulle lapidi e nella cappella salottolo può ricostruire la storia della famiglia. Boffa è un lontanissimo parente della de capoa in quanto la nonna era una de capoa, ma non certo conosce sui salottolo, infatti anche all'archivio di stato è difficile rintracciarli dal momento che provengono dall'Albania. Comunque ribadisco che molto si potrebbe scoprire accedendo ai testi che erano nell'istituto de capoa.
RispondiEliminail Palazzo cannavina era stata l'unica abitazione della famiglia salottolo da michelangelo fino ad eugenio.
RispondiEliminaGrazie.
EliminaInsomma il De Capoa è la chiave di tutto....
Anche se quello stemma in via ziccardi......
Ma certo non posso che rassegnarmi: ubi maior...
Ah... e che sa dirmi del palazzo in San Giuliano del Sannio?
Eliminama per caso è quella casa che si trova fuori san giuliano scendendo verso la stazione? Quella casa dovrebbe essere della famiglia grimaldi.Da come so un salottolo avrebbe sposato una grimaldi e sembra che tale cascinale sia di proprietà di un salottolo.Diversamente sarei interessato a conoscere il palazzo di cui mi fa menzione.
EliminaNo si trova nei pressi del comune.
EliminaLe farò sapere.
Facciamo un passo indietro... molti passi indietro.
L'Orfanotrofio De Capoa.
Rileggo Di Iorio e comprendo quello che c'è tra le righe e che mi sfuggiva. La villa era stata "donata" all'orfanotrofio. Poi venne confiscata. Ho trovato anche un sito della regione che ne parla http://www.regione.molise.it/korai/xcampobasso-villadecapoa.html.
A farla breve il cda (chiamiamolo così) dell'orfanotrofio doveva avere tra i suoi componenti un erede Salottolo ed un erede De Capoa.
Allo stato attuale esiste ancora un cda?
E ci sono o c'erano gli eredi delle due famiglie?
E se sì perchè non sono internevuti e se no... possono richiedere giustizia! O è quello che stanno facendo già?
Per la Pistilli è successo più o meno lo stesso. L'avvocato Alberto appena scoperta la clausola che stabiliva la presenza di un discendente ha chiesto ed ottenuto di essere nominato consigliere.
Certo però paralare così continua ad essere scomodo ed inopportuno. Le rinnovo il mio invito... mi permetto.... usi una casella con pseudonimo....
Nel testamento della contessa de capoa si parla della villa e viene attribuita all'orfanotrofio, ribadisco che nel 1929 l'ente era in difficoltà economiche e il cda si dimise e la prefettura nominò un commissario che era un dipendente comunale. E fu proprio lui che fece l'esproprio e anche di questo tutto si può appurare, sempre dagli atti che fino a pochi anni fa erano nell'archivio del de capoa.Ora non si sa se tali documenti sono ancora in quell'archivio, dal momento che gli ultimi consiglieri dell'ente hanno creato diversi problemi. Attualmente dopo tutto quello che ha creato il comune di campobasso e la provincia di campobasso che si volevano impossessare dell'ente, senza tener conto del testamento della contessa, non considerando che comunque l'orfanotrofio de capoa è una fondazione e pertanto non può divenire di proprietà dei due enti. Per quanto riguarda i rappresentanti delle due famiglie, per molti anni sono stati presenti i rappresentanti di tutte e due le famiglie,in seguito era presente solo il rappresentante della famiglia de capoa.Solo ultimamente il comune di campobasso aveva inserito il rappresentante della famiglia salottolo.Ma evidentemente si cercava di far attuare da i rappresentanti del consiglio di amministrazione il progetto del comune(cioè far in modo che il de capoa diventasse del comune).Nel momento in cui il rappresentante della famiglia salottolo si è rifiutato di trasgredire al testamento è stato letteralmente buttato fuori.Da questo momento è iniziato il calvario del de capoa.Infatti la famiglia salottolo ha impugnato il testamento ed è in corso un giudizio.Per quanto riguarda la Pistilli, vorrei capire che parentela ha l'avvocato alberto pistilli con Don carlo pistilli.Perché da quando ho memoria, e cioè da quando ero bambino e la pistilli era chiamata la casa della carità ed era gestita da un ordine di suore che per portare avanti i vecchietti ospitati, andavano chiedendo casa per casa aiuti,ed ancora ricordo che la nostra famiglia aveva assunto un impegno mensile verso tali suore.Non riesco a capire come solo ora è spuntato un erede e non si è mai fatto vivo, nè tantomeno il padre ha mai vantato tale parentela.Forse perché con il consiglio di amministrazione vi è un qualche gettone di presenza(messo in essere nel momento in cui anche per la pistilli è subbentrato il comune di campobasso).Infatti quando ci sono le nomine dei rappresentanti preso gli enti, fanno a gara a volerci andare,mentre, guarda caso, in passato quando vigeva anche al de capoa un consiglio di amministrazione nessuno voleva essere nominato perché non vi era gettone di presenza,così come dovrebbe essere per tutte le fondazioni e gli enti di beneficenza.
RispondiEliminaI documenti della regione molise sulla villa de capoa non sono nè attendibili nè veritieri,perché per poter asserire quanto su detto avrebbero dovuto chiedere informazioni all'orfanotrofio de capoa, lì dove erano i documenti originali(verbali di consiglio di amministrazione, e mastri dichiaranti il mancato pagamento della somma dell'esproprio.)
RispondiEliminaTutto è molto interessante... ed inquietante.
EliminaQuello che è sul sito della Regione comunque è molto più vicino alla verità di quanto si sia detto fino ad ora. Si parla apertamente dell'esproprio.
Sull'attuale situazione dell'Orfanotrofio non ho ben capito attualmente se c'è, dov'è e chi lo compone il CdA.
Relativamente all'avv. Pistilli non può esservi altro interesse se non il desiderio di darsi da fare (anche a 90 anni)per la propria terra. Considerati i soldi che ha elargito alla città di Campobasso (vedasi il restauro di San Bartolomeo). Del resto ognuno con il proprio ci fa quel che vuole. E non credo che abbia bisogno di un gettone di presenza......
Come mai il padre non si sia mai interessato della Casa di Riposo lo ignoro, certo è che il figlio, dopo essere stato tanti anni lontano, avendo scoperto le volontà del Fondatore, le ha fatte valere.
Penso stia lavorando più che bene, tenendo anche conto della veneranda età.
Mentre la storia dell'Orfanotrofio richiede veramente studio approfondito... avere il tempo necessario adisposizione!
Ma chi sono gli attuali amministratori?
La Regione molise non conosce proprio niente dell'orfanotrofio de capoa e tutto quello che asserisce è frutto di quanto riferito dal comune di campobasso che naturalmente dice quello che gli conviene.
RispondiEliminaPer quello che riguarda l'orfanotrofio de capoa rivolgetevi a chi attualmente al comune ha le chiavi dell'orfanotrofio de capoa. Anche l'attuale avvocato pistilli si è ricordato solo a novant'anni per operare per il bene di campobasso, fino ad ora dove è stato?
Sempre per il de capoa, che comunque ha fatto, nella sua storia centenaria, tanta beneficenza, forse più della casa pistilli,ma nessuno si è posto alla sua difesa,anzi tutti si sono accaniti contro di esso.Se poi si vuole avere altri documenti di una certa veridicità ci si può rivolgere al giornalista adalberto cufari, che più volte sul suo extra ha scritto e difeso il de capoa.Per quanto riguarda l'avvocato pistilli, non metto in dubbio che adesso si interessi di campobasso,però mi dispiace che ci si ricordi solo quando si è vecchi,perché l'amore per il proprio paese si ha da quando si nasce fino alla fine dei propri giorni.
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