di
Paolo Giordano
“L’arte molisana deve essere conosciuta
prima ancora che studiata” (A. Monciatti). E’ forse questa la frase che
meglio sintetizza i 90 anni di Ada Trombetta. A lei il Ministero per i Beni
Culturali ha dedicato una conferenza (19/04/12) tenutasi nella Biblioteca Albino,
in occasione della settimana della Cultura (14-22/04/2012).
L’adolescente
Ada, la professoressa Trombetta, la non più giovane Preside senza mai far vanto
del suo appartenere al gentil sesso, ha prodotto libri pregevoli e di vario
genere (finanche antropologici) frutti di lunghe capillari indagini sul
territorio, incontrando, ascoltando ed intervistando le più disparate
categorie: dai parroci ai sindaci, ma soprattutto gli anziani, detentori delle
più preziose memorie. Con i suoi scritti ha “fotografato”… meritevolmente
“congelato l’attimo”, consegnandoci degli archivi unici da cui acquisire conoscenza
anche di opere andate distrutte o rubate. E’ grazie a lei che alcune di esse sono
state salvaguardate, come la Madonna del Piede di Isernia, ed altre recuperate,
come la madonna di Costantinopoli di Pietracatella.
Ada ed il fratello Antonio al matrimonio di Bigi |
Decine
(se non centinaia) di fotografie provano che la Trombetta è da sempre testimone
di accadimenti pubblici o familiari. Lo fa nel ruolo di protagonista quando
ritira premi e benemerenze o presenta i suoi lavori; è invece “non
protagonista” in quelle manifestazioni dove la si incontra in divisa da giovane
italiana o in veste di studentessa ed infine compare, quasi “folletto” curioso
il cui capino spunta nella selva di corpi, in occasioni private come il
matrimonio di Bigi, uno degli intellettuali che nei decenni frequentarono la
casa paterna.
Il soprintendente
Daniele Ferrara, in tempi non sospetti ben lungi dalla sua nomina, scoprì la
nostra Terra proprio con “Arte nel Molise attraverso il medioevo” scovato in una
casa veneziana.
Durante
la giornata di studi in omaggio alla poliedrica ricercatrice è intervenuto
Nicola Di Pietrantonio illustrando la magnifica facciata del duomo di Termoli,
realizzata da un cantiere federiciano itinerante (proveniente dalla vicina
Puglia) che utilizzò i più svariati materiali policromi, lapidei e non. Il manufatto
doveva essere a dir poco meraviglioso, nonché imponente, con richiami a Notre
Dame de Paris ed a Chartres. Il recente ritrovamento della statua ritenuta di
San Timoteo, oltre a restituire un dettaglio che si pensava irrimediabilmente
perduto, aiuterà ulteriormente nella “lettura” di quanto “scritto” dalle
maestranze su quella parete.
Le
altre relatrici, tutte giovani e motivate studiose, virtualmente raccolgono,
con indiscutibile merito, il testimone della novantenne Ada, continuandone
l’operato.
Cristina
Rossi analizzando l’ambone di Santa Maria di Canneto ha, con dovizia di particolari,
spiegato perché si tratterebbe di un’iconostasi (o pontile), una struttura che, munita di un palco per la
lettura del Vangelo, separa il presbiterio dalle navate della chiesa riservate
ai fedeli: in Italia uno dei rari esempi è nel duomo di Modena. I bassorilievi sono
un vero e proprio film della liturgia, che consentiva ai lontani di comprendere
quel che accadeva accanto all’Altare.
Valentina Marino ha evidenziato come gli studi
pionieristici della Trombetta abbiano consentito, alla scultura lignea
medioevale molisana, di affrancarsi dall’essere un’appendice di quella
abruzzese. Alcune fotografie devozionali, come quella della Madonna della
Libera a Campobasso, sono quelle “prodotte” da Ada, l’ultima ad aver studiato
da vicino opere poste in luoghi anche inaccessibili, avviandone -in alcuni casi-
il processo di recupero e valorizzazione.
San Giorgio (Campobasso) San Gioacchino e Santa'Anna (Arte nel Molise....) |
Infine Francesca Della Ventura, attraverso l’indagine sulla pittura e la relativa committenza, ha ribadito quel che oramai è una verità di fatto, e cioè che il Molise (Periferia) era fattivamente collegato al Centro politico e culturale (prevalentemente Napoli) da un prolifico interscambio. Prove ne sono i raffinati cicli pittorici di Rocchetta a Volturno, Jelsi e San Giorgio di Campobasso. Con opportuni raffronti ha dimostrato non solo gli influssi, ma anche le indiscutibili “somiglianze” con produzioni di alto e qualificato livello, aprendo affascinati scenari futuri.
Solo la pubblicazione degli atti di questo Convegno potrà rendere giustizia alla qualità e all’ampiezza delle relazioni ascoltate. A noi, per ora, piace constatare che sono già sbocciati i primi frutti della proficua semina, pazientemente condotta da Ada Trombetta, in quasi un secolo di instancabile attività.
Jelsi - cripta dell'Annunziata (Arte nel Molise....) |
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