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giovedì 4 ottobre 2012

Studi di Storia dell'Arte in omaggio ad ADA TROMBETTA (19 aprile 2012)




di Paolo Giordano

 “L’arte molisana deve essere conosciuta prima ancora che studiata” (A. Monciatti). E’ forse questa la frase che meglio sintetizza i 90 anni di Ada Trombetta. A lei il Ministero per i Beni Culturali ha dedicato una conferenza (19/04/12) tenutasi nella Biblioteca Albino, in occasione della settimana della Cultura (14-22/04/2012).
La Preside Trombetta, “zia Ada”, come con commozione l’ha definita Vincenzo Lombardi, “colei che ha deciso di essere mia suocera senza che glielo avessi chiesto”, come con affetto l’ha salutata Paolo Matrella (suo biografo per la circostanza), nasce a Campobasso il 21/09/1922 in una famiglia indissolubilmente legata alla storia, alla cultura, alle arti visive… alla Fotografia. Il capostipite, nonno Antonio, ed il suo “erede”, papà Alfredo, non hanno nulla da invidiare agli Alinari. Il peso di tale lignaggio probabilmente ha rischiato di offuscare (ad occhi profani) la luce propria di cui risplende l’ultima discendente, che invece “conquista” di persona il Molise: gira, viaggia, scopre, scala, cataloga, fotografa. Anche quando usa materiale paterno lo fa “stampando inediti” come nel caso di “1943-1944… e fu guerra anche nel Molise”, le cui immagini sono “vetrini” mai sviluppati.
L’adolescente Ada, la professoressa Trombetta, la non più giovane Preside senza mai far vanto del suo appartenere al gentil sesso, ha prodotto libri pregevoli e di vario genere (finanche antropologici) frutti di lunghe capillari indagini sul territorio, incontrando, ascoltando ed intervistando le più disparate categorie: dai parroci ai sindaci, ma soprattutto gli anziani, detentori delle più preziose memorie. Con i suoi scritti ha “fotografato”… meritevolmente “congelato l’attimo”, consegnandoci degli archivi unici da cui acquisire conoscenza anche di opere andate distrutte o rubate. E’ grazie a lei che alcune di esse sono state salvaguardate, come la Madonna del Piede di Isernia, ed altre recuperate, come la madonna di Costantinopoli di Pietracatella.
Ada ed il fratello Antonio
al matrimonio di  Bigi
Decine (se non centinaia) di fotografie provano che la Trombetta è da sempre testimone di accadimenti pubblici o familiari. Lo fa nel ruolo di protagonista quando ritira premi e benemerenze o presenta i suoi lavori; è invece “non protagonista” in quelle manifestazioni dove la si incontra in divisa da giovane italiana o in veste di studentessa ed infine compare, quasi “folletto” curioso il cui capino spunta nella selva di corpi, in occasioni private come il matrimonio di Bigi, uno degli intellettuali che nei decenni frequentarono la casa paterna. 
Il soprintendente Daniele Ferrara, in tempi non sospetti ben lungi dalla sua nomina, scoprì la nostra Terra proprio con “Arte nel Molise attraverso il medioevo” scovato in una casa veneziana.
Durante la giornata di studi in omaggio alla poliedrica ricercatrice è intervenuto Nicola Di Pietrantonio illustrando la magnifica facciata del duomo di Termoli, realizzata da un cantiere federiciano itinerante (proveniente dalla vicina Puglia) che utilizzò i più svariati materiali policromi, lapidei e non. Il manufatto doveva essere a dir poco meraviglioso, nonché imponente, con richiami a Notre Dame de Paris ed a Chartres. Il recente ritrovamento della statua ritenuta di San Timoteo, oltre a restituire un dettaglio che si pensava irrimediabilmente perduto, aiuterà ulteriormente nella “lettura” di quanto “scritto” dalle maestranze su quella parete.
Le altre relatrici, tutte giovani e motivate studiose, virtualmente raccolgono, con indiscutibile merito, il testimone della novantenne Ada, continuandone l’operato.
Cristina Rossi analizzando l’ambone di Santa Maria di Canneto ha, con dovizia di particolari, spiegato perché si tratterebbe di un’iconostasi (o pontile), una struttura che, munita di un palco per la lettura del Vangelo, separa il presbiterio dalle navate della chiesa riservate ai fedeli: in Italia uno dei rari esempi è nel duomo di Modena. I bassorilievi sono un vero e proprio film della liturgia, che consentiva ai lontani di comprendere quel che accadeva accanto all’Altare.
Valentina Marino ha evidenziato come gli studi pionieristici della Trombetta abbiano consentito, alla scultura lignea medioevale molisana, di affrancarsi dall’essere un’appendice di quella abruzzese. Alcune fotografie devozionali, come quella della Madonna della Libera a Campobasso, sono quelle “prodotte” da Ada, l’ultima ad aver studiato da vicino opere poste in luoghi anche inaccessibili, avviandone -in alcuni casi- il processo di recupero e valorizzazione.
San Giorgio (Campobasso)
San Gioacchino e Santa'Anna
(Arte nel Molise....) 

Infine Francesca Della Ventura, attraverso l’indagine sulla pittura e la relativa committenza, ha ribadito quel che oramai è una verità di fatto, e cioè che il Molise (Periferia) era fattivamente collegato al Centro politico e culturale (prevalentemente Napoli) da un prolifico interscambio. Prove ne sono i raffinati cicli pittorici di Rocchetta a Volturno, Jelsi e San Giorgio di Campobasso. Con opportuni raffronti ha dimostrato non solo gli influssi, ma anche le indiscutibili “somiglianze” con produzioni di alto e qualificato livello, aprendo affascinati scenari futuri.
Solo la pubblicazione degli atti di questo Convegno potrà rendere giustizia alla qualità e all’ampiezza delle relazioni ascoltate. A noi, per ora, piace constatare che sono già sbocciati i primi frutti della proficua semina, pazientemente condotta da Ada Trombetta, in quasi un secolo di instancabile attività.


Jelsi - cripta dell'Annunziata
Scene della Passione
(Arte nel Molise....)

Jelsi - cripta dell'Annunziata
(Arte nel Molise....)   

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