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domenica 14 agosto 2016

Donatella di Lallo e la Castellana: come trasformare un "rudere" in dimora.


Donatella di Lallo e la Castellana
come trasformare un "rudere" in dimora.

di Paolo Giordano

Il Quotidiano del Molise
06 ottobre 2010
La Castellana è una delle contrade alla porte di Campobasso.
E’ di fatto associata a Polese, infatti  a quest’ultima si fa riferimento ai fini della residenza, ma si estende su un colle a sè stante. 
Prende il nome da un antica costruzione, che come un castello domina da una radura le vallate sottostanti. Il toponimo si riferisce alla proprietaria di questo edificio, il cui nucleo più antico è costituito da un “torrione” del 1700 a pianta rettangolare. L’insediamento iniziale è sicuramente precedente, poiché le denominazioni dell’hinterland campobassano risalgono al periodo che va dal XV al XVII secolo.
In considerazione delle potenzialità strategiche del sito non è da escludere che si trattasse di una rocca d’avvistamento o di un vero e proprio feudo.
Con il trascorrere degli anni, sia per l’intervento umano e sia per cause naturali, è completamente scomparsa ogni traccia del passato, ma la struttura è stata trasformata in un’elegante dimora munita di portale e corte.
Completamente immersa in una lussureggiante vegetazione è ulteriormente valorizzata dalla salubrità dell’aria. Per il piccolo maniero, a causa dei processi di urbanizzazione che sono alla base dell’abbandono degli insediamenti rurali, era incominciato un periodo di degrado accelerato da costanti atti vandalici.
Mescolando la cruda realtà al mondo delle favole vien facile sognare che, per uno strano gioco del Fato, alcuni luoghi permeati di vita propria obbligatoriamente incrocino la loro storia con quella di persone “sui generis”. E chi è maggiormente deputata ad essere protagonista di una fiaba se non un’artista?
"La Castellana" portale
Donatella di Lallo e “la Castellana” si incontrarono verso la metà degli anni ottanta e fu subito amore a prima vista!
L’attuale filosofia di vita vuole che si demolisca ogni vetusto manufatto, per realizzare dei nuovi impersonali fabbricati. Contro ogni logica corrente la di Lallo, con perseveranza e caparbietà, ha lavorato negli anni ad un lento e graduale recupero di quella che poi è diventata la sua abitazione. E non importa quanto tempo sia trascorso prima di renderla vivibile. Tanto ancora c’è da realizzare, ma il gusto, la cura del particolare, il rispetto per le architetture hanno riportato all’originaria bellezza l’antica casa in pietra. Ma se il fortilizio in miniatura è tornato a risplendere lo deve alla passione profusa ed al coinvolgimento emotivo che non sono assolutamente comprensibili per l’ “homo economicus”.
Come inizia ad accadere in più parti d’Italia, si dovrebbe incentivare il restauro del “vecchio”,  invece di rilasciare un’infinità di nuove concessioni, a seguito delle quali vengono fagocitati senza pietà numerosi spazi verdi.
In contrada Polese l’antica torre, ritenuta da alcuni una colombaia o addirittura un granaio, un tempo testimonianza di fatiscenza, oggi è la bandiera di una rinascita. Nei progetti dei proprietari è ardentemente vivo il desiderio di trasformala in una biblioteca, dove raccogliere le centinaia di volumi in loro possesso.
In tutta sincerità non si potrebbe immaginare altrove l’atelier di questa poliedrica creativa e non si può pensare ad una Castellana che non abbia le fattezze di Donatella.


La Castellana



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