Donatella di Lallo e la Castellana
come trasformare un "rudere" in dimora.
di Paolo Giordano
Il Quotidiano del Molise 06 ottobre 2010 |
E’ di fatto associata a Polese, infatti a quest’ultima si fa riferimento ai fini della residenza, ma si estende su un colle a sè stante.
Prende il nome da un antica
costruzione, che come un castello domina da una radura le vallate sottostanti. Il
toponimo si riferisce alla proprietaria di questo edificio, il cui nucleo più
antico è costituito da un “torrione” del 1700 a pianta rettangolare. L’insediamento
iniziale è sicuramente precedente, poiché le denominazioni dell’hinterland
campobassano risalgono al periodo che va dal XV al XVII secolo.
In considerazione delle potenzialità strategiche del sito non è da escludere che si trattasse di una rocca d’avvistamento o di un vero e proprio feudo.
Con il trascorrere degli anni, sia per l’intervento umano e sia per cause naturali, è completamente scomparsa ogni traccia del passato, ma la struttura è stata trasformata in un’elegante dimora munita di portale e corte.
Completamente immersa in una lussureggiante vegetazione è ulteriormente valorizzata dalla salubrità dell’aria. Per il piccolo maniero, a causa dei processi di urbanizzazione che sono alla base dell’abbandono degli insediamenti rurali, era incominciato un periodo di degrado accelerato da costanti atti vandalici.
In considerazione delle potenzialità strategiche del sito non è da escludere che si trattasse di una rocca d’avvistamento o di un vero e proprio feudo.
Con il trascorrere degli anni, sia per l’intervento umano e sia per cause naturali, è completamente scomparsa ogni traccia del passato, ma la struttura è stata trasformata in un’elegante dimora munita di portale e corte.
Completamente immersa in una lussureggiante vegetazione è ulteriormente valorizzata dalla salubrità dell’aria. Per il piccolo maniero, a causa dei processi di urbanizzazione che sono alla base dell’abbandono degli insediamenti rurali, era incominciato un periodo di degrado accelerato da costanti atti vandalici.
Mescolando la cruda realtà al
mondo delle favole vien facile sognare che, per uno strano gioco del Fato,
alcuni luoghi permeati di vita propria obbligatoriamente incrocino la loro
storia con quella di persone “sui generis”. E chi è maggiormente deputata ad essere protagonista di una fiaba se non
un’artista?
"La Castellana" portale |
Donatella di Lallo e “la
Castellana” si incontrarono verso la metà degli anni ottanta e fu subito amore a prima vista!
L’attuale filosofia di vita vuole che si demolisca ogni vetusto
manufatto, per realizzare dei nuovi impersonali fabbricati. Contro ogni logica
corrente la di Lallo, con perseveranza e caparbietà, ha lavorato negli anni ad
un lento e graduale recupero di quella che poi è diventata la sua abitazione. E
non importa quanto tempo sia trascorso prima di renderla vivibile. Tanto ancora
c’è da realizzare, ma il gusto, la cura del particolare, il rispetto per le architetture
hanno riportato all’originaria bellezza l’antica casa in pietra. Ma se il
fortilizio in miniatura è tornato a risplendere lo deve alla passione profusa
ed al coinvolgimento emotivo che non sono assolutamente comprensibili per l’ “homo
economicus”.
Come inizia ad accadere in più
parti d’Italia, si dovrebbe incentivare il restauro del “vecchio”, invece di rilasciare un’infinità di nuove
concessioni, a seguito delle quali vengono fagocitati senza pietà numerosi
spazi verdi.
In contrada Polese l’antica
torre, ritenuta da alcuni una colombaia o addirittura un granaio, un tempo
testimonianza di fatiscenza, oggi è la bandiera di una rinascita. Nei progetti
dei proprietari è ardentemente vivo il desiderio di trasformala in una
biblioteca, dove raccogliere le centinaia di volumi in loro possesso.
In tutta sincerità non si
potrebbe immaginare altrove l’atelier di questa poliedrica creativa e non si
può pensare ad una Castellana che non abbia le fattezze di Donatella.La Castellana |
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