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martedì 5 marzo 2013

UGO TIBERIO: il radar una storia italiana

Il Quotidiano del Molise
del 03 marzo 2013


di Paolo Giordano

Ricco di iniziative, il mese di febbraio, per commemorare opportunamente il 100° anniversario del Radar ed onorare la memoria del campobassano Ugo Tiberio, padre italiano del Radio Detection And RAnging. 
Il giorno 4 nella Sala degli Atti Parlamentari della Biblioteca del Senato è stato presentato il libro “Cent’anni di radar - Ricerca, sviluppi, persone, eventi” (Aracne editrice) di Gaspare Galati, ingegnere nucleare professore ordinario di Teoria e Tecnica Radar presso l’Ateneo di Roma Tor Vergata.
Nell’opera, corredata di 300 immagini originali o frutto di accurate ricerche di archivio, sono tracciati lo sviluppo tecnico/scientifico e le applicazioni di una tecnologia eccellente con particolare attenzione alla situazione nazionale. E’ stato preso in esame l’intero periodo storico che va dal primo brevetto di Radar ad oggi. Il filo conduttore è costituito dagli avvenimenti e dalle persone eccezionali che ne hanno reso possibile lo sviluppo, partendo dal pioniere Hülsmeyer (1904), procedendo in Italia con Ugo Tiberio, per giungere ai grandi uomini d’azienda del dopoguerra (tra i primi, Carlo Calosi e Franco Bardelli).
Inoltre, l’Associazione LUDICA e le Università di Siena e Firenze, con la collaborazione dei musei della Selex Galileo e della Scienza e Tecnologia di Milano (Leonardo da Vinci), hanno allestito la mostra didattica “Il Radar: una storia italiana”. L’evento, ospitato dal 3 al 17 febbraio a Firenze nel museo di Storia Naturale “La Specola”, è stato organizzato in concomitanza con la manifestazione PIANETA GALILEO 2012/13 promossa dal Consiglio Regionale della Toscana. 
L’obiettivo è di presentare la figura di Ugo Tiberio, ingegnere e ufficiale della Regia Marina, che insieme a Nello Carrara, padre delle micro-onde, progettò e realizzò con successo il primo radar italiano (chiamato Gufo). Nel mettere in risalto il ruolo svolto da questi due scienziati italiani, si ripercorre la storia ed il progresso scientifico legati a questo strumento, arrivando sino ai giorni nostri e mostrando, così, anche il grande impatto nello sviluppo industriale che tali ricerche hanno avuto nel Paese.
Successivi ulteriori allestimenti sono previsti a Siena, nel mese di aprile 2013, ed a Pisa, entro la fine dell’anno. Sarebbe stata doverosa la partecipazione del Molise, non tanto nella fase organizzativa, quanto nell’ospitare o promuovere tali appuntamenti o altri similari.
“Di tanto in tanto ho scoperto punte emergenti di talenti, ingegni, personalità assolutamente straordinarie” così si esprimeva negli anni ottanta del 1900 l’artista Gino Marotta (illustre esule), aggiungendo “il Molise è ricco di queste eccezioni che forse vanno considerate tali proprio perché si estraggono da una realtà particolarmente depressa”. A ben valutare le “eccezioni” sono così numerose da diventare quasi una costante. 
La vera  tragedia è rappresentata dalla fuga di cervelli (ieri come oggi) che non accenna ad arrestarsi. I molisani stessi non conoscono i meriti di tanti loro corregionali. Causa principale ne è la nostra endemica ignoranza, associata al peccato d’omissione di chi, oltre a non impegnarsi nell’arrestare i flussi migratori, dimentica fin troppo spesso di dover educare e formare quel popolo le cui sorti gli sono state affidate.

immagine tratta dall'invito alla presentazione
del libro di Gaspare Galati

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