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Il Quotidiano del Molise del 17/06/2012 |
di
Paolo Giordano
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"La strega" di Annigoni |
Anni dopo vide “La Strega” su di una rivista, ed allora volle conoscere Annigoni, che incontrò
a Firenze. Fu, poi, un’esposizione sui generis, nel pastificio Guacci di
Campobasso, a spingerlo sulle tracce di Clemente Tafuri. Il maestro doveva
essere a Salerno, dove Praitano si era recato con lo zio Ottavio Eliseo. Tafuri,
invece, viveva da tempo a Genova. Giunti dunque in Liguria dovettero attendere
il tramonto poiché, su una mattonella di Vietri, all’ingresso della villa era
scritto “Al visitatore… sei benvenuto al calar del sole”. Qui, trattando con la
di lui moglie napoletana, ben lieta dell’incontro con dei conterranei, riuscì a
comprare un autoritratto del coniuge a lei dedicato: “Ad Anna la sceicca, dallo
sceicco Clemente”. Un altro “colpaccio” fu l’acquisizione del ritratto di Paolo
Diodati, di Giacomo Grosso. Lo ottenne, con un piccolo “misfatto”, dalla vedova
di Tito Diodati (figlio di Paolo) esperto d’arte, primo storico fornitore
napoletano del Nostro, “millantando” una trattativa in corso.
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autoritratto di Clemente Tafuri |
Iniziatore,
compagno e mentore fu da sempre Giuseppe Ottavio Eliseo, altro grande
collezionista, la cui raccolta è di proprietà della Provincia. Egli guidò il
nipote Michelino lungo la via del collezionismo borghese. A sua volta era stato
affascinato ed ispirato da Giuseppe Barone, fondatore del Museo di Baranello. Tutte
personalità animate dallo spirito degli Umanisti, che nel Rinascimento donarono
i loro beni alla collettività, trasmettendo, con alto senso civico, amore per
la cultura e passione per l’arte. E proprio nel rispetto del collezionismo
borghese Palazzo Pistilli verrà con il tempo arricchito da mobilio d’epoca che
doni anima all’ambiente, rendendolo ancor più vicino a quello delle case
ottocentesche campobassane. L’obiettivo principale è la conoscenza del nostro
passato attraverso un percorso che dal barocco arriva ai nostri giorni. Solo così,
recuperando la nostra identità e la coscienza della ricchezza culturale,
storica ed artistica del territorio, sarà possibile costruire il Futuro. “I
Colori delle Emozioni” è un “corso di storia dell’arte” che permetterà di
“uscire al mondo” con idee chiare su cultura e movimenti artistici. Poi, se
questa mostra concorrerà anche ad uno sviluppo turistico… ben venga. Il Molise
non teme confronti, disponendo di risorse ed attrazioni… dal paleolitico
all’arte contemporanea.
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