Il Quotidiano del Molise del 17/06/2012 |
di
Paolo Giordano
il dott. Michele Praitano ed il soprintendente Daniele Ferrara |
Immediatamente,
dopo aver varcato l’ingresso di Palazzo Pistilli, si comprende quanto a volte
poco basti per un evento… epocale! Già trent’anni fa (tanto indietro va la
nostra memoria) il dott. Michele Praitano si crucciava di non trovare riscontri
al desiderio di donare la sua pinacoteca, una vasta collezione arricchitasi
ulteriormente negli ultimi decenni, che si voleva, però, restasse nel Capoluogo
molisano. Con la nascita della Soprintendenza per i Beni Storici e Artistici
ecco finalmente il giusto interlocutore! Pietra miliare, per realizzare il
sogno di una Città della Cultura, è la mostra “I colori delle emozioni, il
collezionismo di Eliseo e Praitano per Campobasso e per il Molise”, in cui sono
esposti 55 capolavori tra quelli della donazione Praitano e quelli della “Eliseo”,
proprietà dell’Amministrazione Provinciale, prezioso partner in quest’occasione.
Il nuovo spazio museale sarà aperto tutti i giorni (tranne il sabato),
domeniche incluse, grazie alla disponibilità ed allo spirito collaborativo del
personale MiBAC. Non necessitano quindi Grandi,
a volte Inutilizzati, Locali, ma bisogna voler veramente
raggiungere traguardi concreti. E’ un museo d’ambiente che ricorda una casa
borghese, classe sociale di cui esalta appunto la vocazione al collezionismo.
Si è solo alla prima fase di un progetto che prevede l’ampliamento in locali
sottostanti. Il percorso della Mostra è suddiviso in 4 macrosezioni contenenti
una selezione delle raccolte dei due ricercatori. Si inizia evidenziando l’attenzione
verso la pittura napoletana ed italiana a partire dal Barocco, quando Napoli
era un laboratorio artistico di primaria importanza europea, fino al
Contemporaneo: dalla scuola di Luca Giordano a Trivisonno, Scarano ed Annigoni.
Gli
artisti italiani, e quindi molisani, furono attratti dal dinamismo culturale
parigino e dal mercato d’oltralpe. Sulla Senna era possibile eseguire ricerche artistiche
che, pur nella varietà delle interpretazioni, avevano come costante
caratteristica l’immersione nella realtà. L’avvicinamento al vero, la
raffigurazione di una Natura lontana dalle idealizzazioni del paesaggio
classico, emerge dalle vedute, dalle nature morte, dalle scene di vita
contadina e borghese esposte nelle sale di salita San Bartolomeo. In Francia il
processo culminò con l’impressionismo (a Campobasso Ragione e Scoppetta),
mentre per gli italiani si avviò una ricerca dell’identità individuale (affermazione
della propria poetica) e collettiva (la formazione della coscienza unitaria
nazionale del giovane Stato). Particolare l’esperienza in controtendenza di
Charles Moulin che dalla Francia trovò ragione d’essere a Castelnuovo al
Volturno. Il suo volto appare nella sezione “allo specchio”, tra ritratti ed
autoritratti. Ritrattistica anche nelle restanti stanze, dove “i dipinti ci
guardano” tra classicità e modernità. Natura e figure sono percepite e
rappresentate nella loro assolutezza, base della classicità, oppure messe in
discussione e stravolte dai Moderni, che sono nell’ultimo ambiente della
Mostra.
Per
tutto il mese di giugno 2012, indispensabile corollario, saranno organizzate
coinvolgenti conferenze attraverso le quali ci si potrà ulteriormente
“impossessare” dei tesori custoditi in Palazzo Pistilli. Gli appuntamenti si
terranno alle ore 21 in piazzetta Iapoce, come naturale
prosieguo della mostra “I Colori delle Emozioni”.
il dott. Praitano con la dott.ssa Vittoria Di Cera del MiBAC |
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