di Paolo Giordano
Si
può finalmente affermare che nella vicenda di fra Immacolato sono stati fissati
due punti essenziali.
1) l’alto
significato teologico e spirituale della sua presenza a Castelpetroso.
Egli
è fedele ed autentico interprete del carisma dell’apparizione e cioè l’offerta
della propria vita. L’atteggiamento dell’Addolorata è unico nella storia! Maria
non è mai stata vista così: un gesto con cui offre al Signore il sacrificio del
suo figlio, offerta del dolore redentivo a Dio. Aldo Brienza ha trascorso 50
anni relegato in un letto di sofferenza offrendo a Dio la sua intera vita,
caratterizzata dal limite e dalla fragilità della natura umana, per la
conversione del mondo intero. Ecco spiegata una volta per tutte l’intima unione
tra l’esperienza terrena di fra Immacolato e l’apparizione di Castelpetroso.
2)
La necessità di incrementare il culto.
Per
arrivare alla beatificazione c’è bisogno di una forte e convinta devozione.
Tanto più essa sarà conosciuta e praticata, tanto maggiore sarà la fama
“dell’aspirante” Santo. Il Santuario di Castelpetroso è meta di pellegrini,
provenienti anche dalle regioni limitrofe, con una media settimanale pari a
500-700 presenze. La tomba di fra Immacolato offrirebbe l’occasione concreta
per farlo conoscere diffondendone la spiritualità.
A
Campobasso c’è, comunque, la sua casa natale che diventerebbe un centro di
preghiera per chi l’ha conosciuto ed amato e per chi, dopo averlo incontrato a
Castelpetroso, si vorrà recare nel capoluogo. L’idea è quella di una Fondazione
che gestisca l’appartamento. In esso alcuni religiosi accoglierebbero chi
desidera visitarlo o soffermarvisi per pregare. Una struttura strettamente
legata al Santuario, dal quale partirebbero tutti coloro che sono interessati a
conoscere i luoghi dove fra Immacolato visse ed operò.
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