di Paolo Giordano
E’ appena trascorso maggio, il mese dedicato alla Vergine Maria, e come da tradizione secolare il 31, in quel di Campobasso, si è svolta la Processione della Madonna dei Monti.
Per ben due anni di seguito il tempo è stato inclemente!
L’uomo contemporaneo, figlio della Scienza, prende atto di tal coincidenza e, al massimo, si lamenta perché la Festa ne è stata in qualche modo condizionata. Ma se per gioco si volesse guardare con gli occhi dei bisnonni più semplici, meno razionali, forse un pochino superstiziosi, ma sicuramente avvezzi ad essere rivolti verso il cielo, si potrebbe intravedere un messaggio che và al di la della Ragione.
La statua che sfila per le vie della città sembra sia stata realizzata verso la fine del 1200 dal beato Roberto da Salle, discepolo di Celestino V. Egli sarebbe anche l’autore dell’effige della Madonna della Libera.
Originariamente la Vergine era seduta su di uno scranno senza schienale e teneva il Bambino nudo sul grembo. Le sue mani erano aperte e tese ai fianchi del figlioletto quasi a proteggerlo. Era dipinta ed anche i grandi occhi a mandorla lo erano. Benché i successivi interventi abbiano sconvolto l’opera originale, il monumento in sé ha un profondo valore storico, emotivo e religioso.
Una leggenda metropolitana si è diffusa da qualche anno, precisamente dopo i lavori di restauro dell’immagine mariana. Gira voce che, in realtà, la Madonna non sia la stessa, ma sia stata acquistata ex novo. Che sia pura fantasia lo lascia pensare la serietà di chi custodisce il simulacro, che è parte della storia e della tradizione cittadina, ed inoltre un’indiscutibile garanzia è offerta dalla Soprintendenza, che sicuramente avrà sovrinteso ai lavori, oppure a fronte di tale voci, ne avrà verificato la fondatezza.
Tra qualche secolo, comunque, i bisnipoti racconteranno ugualmente che la madonnina, scontenta di tale operazione, scatenava pioggia ogni qualvolta “doveva uscire”. Invece un’interpretazione più plausibile e più spirituale potrebbe essere l’invito di Nostra Signora a vivere sempre più nell’intimo la Festività. Pur nella gioia e nella gratitudine per la forte devozione e per tutte le manifestazioni da essa scaturite, come la meravigliosa Infiorata, ogni anno più bella e curata, la Vergine del Monte potrebbe volere dai suoi figli un ulteriore salto di qualità. Accanto all’impegno che profondono nell’esternare il loro affetto anche un graduale percorso di crescita nella Fede.
Più Preghiera, più Testimonianza, più Amore Fraterno.
Il corteo processionale è a tratti sconnesso, particolarmente nelle viuzze del centro storico, l’avanguardia e la retroguardia recitano preghiere differenti, il nervosismo e la stanchezza serpeggiano tra i partecipanti che, per naturale ed umano cedimento, perdono la concentrazione distraendosi. Il popolo curioso, che si accalca, troppo indifferente all’interiorizzazione dell’evento, bada eccessivamente all’aspetto folklorico a danno di quello meditativo. La stessa preparazione e visione dell’Infiorata, atto di stupendo amore verso la Madre Celeste , spesso diventa il fulcro fondante della giornata, per cui il popolo di Dio dimentico della Carità non esita a trattare bruscamente anziani e donne in dolce attesa, addirittura con un altro figlio nel passeggino (chi scrive ne è stato testimone), solo perché sbagliano il lato di transito ai bordi del tappeto di fiori.
La venerata Madonna dei Monti potrebbe volere oltre ai petali di rosa, che piovono al suo passaggio, anche, e principalmente, Amore, Letizia e disponibilità verso il prossimo. Il suo non sarebbe un rimprovero, ma un invito a migliorare: si è dinnanzi ad una Mamma Amorevole non ad un gendarme.
Ma tutto questo lo penserebbe un antenato, non un nipotino di Einstein.
Il vento dispettoso, che ha disfatto le artistiche composizioni floreali, era solo una casuale precipitazione meteorologica, probabilmente………..
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